11 Maggio 2020
05:34
Feneal Uil su settore edile: “In Piemonte regole con maglie troppo larghe”
PIEMONTE – “Il Piemonte riparta, ma in regolarità”. Lo ha sottolineato il segretario generale della Feneal Uil del Piemonte Giuseppe Manta, a proposito dell’emergenza coronavirus.
“La fase 2 è cominciata ed anche il settore delle costruzioni si è messo in movimento, in Italia alcuni cantieri pubblici erano già ripartiti ed ad oggi sono circa il 50%. In Piemonte sono ripartiti i cantieri del Terzo Valico dei Giovi con tutte le precauzioni e con l’insediamento del Comitato Aziendale della Sicurezza come previsto dal protocollo all’interno dell’accordo Interconfederale del 24 aprile 2020 firmato da Cgil, Cisl, Uil, Ministeri dei Trasporti, del Lavoro, Stazioni Appalti Pubblici e Parti. In tutte le province, come Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl abbiamo chiesto l’istituzione urgente dei Comitati Territoriali per andare incontro alla ripresa con la certezza che la sicurezza sia applicata su tutti i cantieri sia pubblici che privati. Si presume che entro il 18 maggio quasi il 100% delle imprese sopravvissute riprendano il lavoro. Le difficoltà sono dovute al reperimento dei dispositivi di protezione individuale quali mascherine, guanti ecc. Tramite gli Enti Bilaterali del Settore si è cercato di provvedere aiutando imprese e lavoratori ma purtroppo i tempi di consegna sono lunghi e non tutti sono riusciti a reperirli. La ripresa dovrà essere monitorata su molti aspetti, non si può mettere a repentaglio la salute dei lavoratori per il profitto e nello stesso tempo bisogna salvaguardare le imprese regolari e sane dalla concorrenza sleale da parte di imprese irrispettose delle regole che possono trovare terreno fertile”.
Dalle organizzazioni nazionali è arrivato un monito al settore attraverso un comunicato stampa in cui i tre Segretari Nazionali Panzarella (Feneal Uil) Genovesi (Fillea Cgil) e Turri (Filca Cisl) dichiarano: “Ai tanti che oggi dichiarano di voler combattere il lavoro nero, consigliamo una semplice ed efficace operazione: vincolare tutti gli incentivi per risparmio energetico, sisma bonus, ristrutturazioni al possesso del Durc di Congruità. Cioè alla documentazione emessa dalle Casse Edili che certifica che i lavori per cui lo Stato ci mette praticamente l’intero importo, sono stati svolti da un numero congruo di lavoratori, e che è stato applicato correttamente il Contratto Collettivo edile”.
Purtroppo sembra che la Regione Piemonte voglia proseguire per altre strade che rischiano di creare notevoli problemi sia dal punto di vista della regolarità che dalle infiltrazioni mafiose. Nel disegno di Legge Regionale n.95 presentata il 5 maggio 2020 al Titolo 5 , Art 65 e 66 affronta questi due argomenti lasciando le maglie troppo larghe per quanto riguarda la regolarità in nome di una ripartenza a tutti i costi mettendo le regole in secondo piano. Nel Settore Edile che è uno dei settori più colpiti dal problema delle infiltrazioni mafiose e malavitose non esigere immediatamente da parte delle imprese il certificato antimafia può essere controproducente e soprattutto la proroga del durc al 31 gennaio 2021 rischia di essere devastante. Si dà modo alle imprese irregolari di non esibire il Documento di Regolarità Contributiva per oltre un anno con danno ai lavoratori ed alle imprese serie e regolari.
Queste imprese possono permettersi per un anno di non pagare contribuzione Inail, Inps e Cassa Edile e in un anno come Sindacato delle Costruzioni abbiamo visto nascere moltissime imprese che incassati i soldi dello Stato Avanzamento Lavori, non hanno pagato i lavoratori, i fornitori ed i contributi, hanno dichiarato la chiusura. C’era già stata la proroga a livello nazionale sino al 15 giugno 2020 e come organizzazioni sindacali non eravamo soddisfatte, questa ulteriore proroga chiesta dalla regione Piemonte è inconcepibile. Il Settore ha bisogno di imprese sane ed in regola che non vengano messe in difficoltà da imprenditori da quattro soldi che approfittano di falle nel sistema dei controlli, i lavoratori hanno bisogno di avere certezze della retribuzione, della contribuzione e dei versamenti in Cassa Edile, se per un anno non hanno versamenti in cassa edile ma l’impresa continua il lavoro impunemente rischiano di non ricevere la Gratifica Natalizia, le Ferie, l’Anzianità Professionale oltre al Tfr ed i contributi pensionistici. #RipartiPiemonte deve avvenire in regolarità non deve prevedere norme che inficiano la regolarità già difficoltosa del settore che conta a livello nazionale oltre 400 mila lavoratori irregolari”.