12 Maggio 2020
17:36
Cogliandro (Fillea Cgil Piemonte): “In edilizia rischio legalità se si semplifica troppo”
PIEMONTE – La Fillea Cgil del Piemonte ha lanciato l’allarme rispetto al disegno di legge della Regione Piemonte riguardo le misure di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l’emergenza da coronavirus. Tra i rischi paventati dal segretario Massimo Cogliandro ci sono contenziosi, infiltrazioni mafiose e le sospensione del Documento unico di regolarità contributiva con effetti pesanti sul fronte della legalità.
“La Regione ha presentato il disegno di legge, annunciando che i provvedimenti intendono andare nella direzione della massima semplificazione e accelerazione dell’iter dei procedimenti amministrativi e della riduzione di oneri e adempimenti in materia di urbanistica, edilizia e di paesaggio, però alcuni articoli del provvedimento sono potenzialmente dirompenti per il sistema delle imprese dei lavoratori“ ha detto Cogliandro.
Un primo limite è quello contenuto nell’articolo 28 che prevede di limitare l’invito e la partecipazione alle gare pubbliche alle sole aziende che hanno sede legale in Piemonte. «In un settore come quello dell’edilizia, ma oggettivamente la considerazione può essere estesa a tutta la platea degli appalti, un paletto di questo tipo – spiega Cogliandro – potrebbe generare contenziosi e rischierebbe di produrre l’effetto contrario a una ripresa delle attività e del settore. La mobilità delle maestranze è un fattore strutturale del settore edile a ciò si deve aggiungere che le imprese del Piemonte per dimensione/specializzazione non presentano tutte le capacità e le competenze necessarie per garantire l’esecuzione dei lavori sia pubblici (in particolare manutenzioni, infrastrutture, messa in sicurezza del territorio ecc) che privati (antisismica, riqualificazione, rigenerazione, green building). La Regione deve invece adoperarsi affinché si investano risorse per garantire il pieno rispetto dei protocolli allegati al Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile».
C’è poi il punto relativo all’allentamento dei controlli. «Dal mio punto di vista – afferma il segretario piemontese della Fillea Cgil – non sono ravvisabili, leggendo l’articolo 65, le condizioni di urgenza tali da autorizzare in maniera generalizzata su tutto il perimetro delle risorse pubbliche da investire degli allentamenti. Vi sarebbe invece il ragionevole rischio di stimolare i tentativi di infiltrazione mafiosa a danno delle imprese sane, dei lavorati e nel nostro caso della qualità e realizzazione finale dei lavori/interventi».
Infine l’altro tema, sempre legato alla legalità. «Una proroga del Durc con i criteri previsti dall’articolo 66 del disegno di legge, potrebbe avere effetti devastanti. Un provvedimento del genere andrebbe a danneggiare in particolar modo i lavoratori, una proroga di questa natura mette seriamente a rischio i salari dei lavoratori. Chiediamo ai lavoratori di sostenere con il loro lavoro la ripresa senza garantirgli pezzi salariali e copertura sanitaria? L’ultimo Dpcm mette alla base di tutti i protocolli anti covid-19, condivisi con le parti sociali, il ruolo e la centralità degli organismi paritetici e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza che con una misura normativa di questo tipo non avrebbero le risorse necessarie per garantire i controlli e le verifiche previsti dalle norme. A ciò si deve aggiungere che il combinato disposto degli articoli 65 e 66 dello schema di decreto rischierebbe di spalancare le porte all’ingresso nel settore delle costruzioni alle imprese in odore di mafia che approfitterebbero dei minori controlli per immettere tutta la liquidità che possiedono nel mercato dei diritti dei lavoratori e delle imprese sane. La ratio del decreto “cura Italia” e di tutti gli altri provvedimenti adottati dal Governo non è quella di toccare i salari dei lavoratori e di mettere in discussione la salute e la sicurezza degli stessi».
Cogliandro conclude ricordando che «la materia non rientra fra quelle di esclusiva competenza della Regione e soprattutto interviene su perimetri già normati dagli ultimi Dpcm e dalle successive leggi di conversione. Quindi a parte un tema squisitamente di contrasto nel nostro ordinamento giuridico con norme di rango superiore, altre sono le considerazioni che ci portano a mio avviso a scongiurarlo. In edilizia il Durc viene rilasciato nella misura in cui, oltre ai versamenti Inps e Inail, le imprese procedano correttamente agli accantonamenti presso le casse edili così come previsto dai contratti di settore. Gli accantonamenti si riferiscono al pagamento di alcuni istituti contrattuali che attengono al salario quali: ferie, gratifica natalizia, previdenza complementare, sanità integrative e formazione e sicurezza». Infine il segretario Fillea Cgil del Piemonte sottolinea che «si attendono, come dichiarato da fonti governative, provvedimenti che mirano a non autorizzare proroghe che vanno oltre il 15 giugno (per quei Durc scaduti fra il 31 gennaio e il 15 aprile)».