23 Febbraio 2015
14:02
I 5 stelle contro il teleriscaldamento
ALESSANDRIA – Si allunga la pletora di oppositori al nuovo progetto di teleriscaldamento caldeggiato dall’amministrazione di Alessandria ma ostacolato da Partecipazione Democratica e anche dal Movimento 5 stelle. Proprio quest’ultimo ha avanzato dubbi sulla bontà del sistema come ha spiegato nel comunicato di seguito:
“Il progetto “Concerto Al Piano” – Progetto Europeo a zero energia fossile per un quartiere di Alessandria – si trascina ormai da qualche anno al quartiere Cristo, sommergendolo di cemento sociale ed è subordinato alla costruzione di una centrale di teleriscaldamento. Quello che già fu pensato come un inquinante sistema a legna, limitato alle case ATC esistenti ed alle nuove costruzioni sul prato della Moisa, si è ingrandito fino a diventare un impianto a gas destinato a servire una zona molto più estesa. Eppure solo ora, una volta inaugurato, desta l’interesse di parti apparentemente critiche dell’ambientalismo e della politica locale. Perché si è attesa la fuga dei buoi dalla stalla prima di intervenire, anche solo per informare correttamente gli alessandrini? Perché per anni sono state taciute le proteste degli utenti del teleriscaldamento di Rimini, Modena, Piacenza, Reggio Emilia, Bologna, Brescia, Roma, Alba, illusi dalle facili promesse dei propri amministratori pubblici, per poi ritrovarsi alle prese con bollette astronomiche?
Il Movimento Cinque Stelle di Alessandria è a disposizione dei cittadini per condividere ogni informazione disponibile sul teleriscaldamento del quartiere Cristo, affinché l’eventuale adesione ad un servizio tutt’altro che pubblico, si basi sulla conoscenza di fatti ed esperienze verificabili e non sulle dichiarazioni della “cattiva politica” o di qualche amministratore di condominio “smemorato”.
Il Movimento Cinque Stelle si impegna, pertanto, a contrastare la realizzazione di impianti simili in centro città o nei sobborghi, quando essi siano imposti dall’alto, sfuggano al confronto con ogni possibile alternativa, non consentano il pieno controllo dei costi e della qualità ambientale da parte dei cittadini“.