24 Luglio 2020
06:54
Cassonetti intelligenti: “Tutti videosorvegliati e il porta a porta costava di più”. Perplessi M5S e Pd
ALESSANDRIA – Tra circa un anno 70 mila alessandrini della città e dei sobborghi dovranno fare i conti coi cassonetti “intelligenti”, bidoni elettronici in grado di aprirsi solo con una carta magnetica o un badge personalizzati, così da quantificare la spazzatura prodotta così da garantire la cosiddetta tariffa puntuale. “Avranno una serratura elettronica e saranno in grado di conteggiare i conferimenti, così da favorire il passaggio a una tariffa puntuale. Una tariffa equa, che non premierà i furbetti e che sarà premiante per chi utilizzerà di più carta, vetro e plastica rispetto all’indifferenziato” ha sottolineato l’amministratore unico di Amag Ambiente Fiorenzo Borlasta.
Un progetto in grado, secondo i tecnici dell’azienda, di far salire fino al 70% la percentuale di raccolta differenziata nel 2023, un tema sul quale, durante l’ultima Commissione Ambiente, il capogruppo del M5S Michelangelo Serra, ha più volte battuto: “Oggi siamo al 45% di differenziata ad Alessandria e dovremo pagare sanzioni. Questo nuovo sistema ci garantisce di raggiungere il 70% come ci impone la legge o dovremo ancora essere sanzionati?”
La nuova modalità della raccolta rifiuti è stata difesa dall’assessore all’Ambiente Paolo Borasio e dai massimi vertici del Gruppo Amag.
“Sarà un progetto molto importante, mi è stato garantito che partirà alla fine dell’estate del 2021″ ha detto l’assessore Borasio “Migliorerà il livello di la raccolta differenziata, che implementerà il servizio e che rivedrà totalmente Amag Ambiente, attraverso l’acquisto di nuovi mezzi, elettrici e a metano, oltre che gli spargisale, muletti, soffiatore e riqualificherà l’officina, così da abbassare tempi e costi. Oggi, se magari un mezzo si guasta, i pezzi sono più difficili da trovare perché si tratta di una macchina di 13/14 anni fa e quindi sta ferma per giorni. Il vantaggio è che è un sistema che si paga da solo: coi risparmi previsti la rata viene ampiamente coperta dai minori costi. In 9 anni il progetto viene pagato e non ci sono costi a carico della collettività. In passato il Movimento 5 Stelle ha fatto polemica sulle mie dichiarazioni favorevoli al porta a porta: confermo che a me piace quel sistema, preferirei non vedere cassonetti lungo le strade, ma quando mi vengono presentati progetti e costi migliorativi rispetto ad altri io opero negli interessi di Alessandria. E poi i cassonetti intelligenti avranno un impatto ridotto sull’ambiente, si potranno coprire con una pellicola, magari verde. Avranno una apertura dall’alto e, per questo, non dovranno essere per forza collocati su un solo lato di una strada. Chi preferisce il porta a porta sappia che sarebbe costato di più e, in base al progetto presentato, avrebbe riguardato solo 52 mila abitanti, non 70 mila. Sempre il porta a porta avrebbe comportato il coinvolgimento di più personale, col conseguente aumento dei costi. Il sistema del porta a porta resterà in centro e in alcune vie del quartiere Cristo”.
“Un progetto ambizioso” ha sottolineato l’amministratore delegato del Gruppo Amag Adelio Ferrari “come tutti i cambiamenti dovrà essere digerito dai cittadini. Ricordo che un modello perfetto per tutti non esiste, ci sarà sempre chi si lamenterà. Abbiamo fatto una scelta ponderata, abbiamo tenuto conto dell’aspetto economico, che non incide sulla popolazione in maniera importante. Era fondamentale, per noi, non aumentare i costi per il cittadino, questo progetto ne ha tenuto conto”.
“Questo progetto nasce da Amag Ambiente” ha rimarcato con orgoglio il presidente del Gruppo Amag Paolo Arrobbio “non abbiamo chiamato consulenti esterni (avremmo speso 400 mila euro) ma lo abbiamo fatto realizzare dai nostri tecnici, che conoscono bene il territorio, città e sobborghi. A loro va il mio ringraziamento. I 9 milioni di investimento? Ricordo bene la commissione consiliare del marzo 2019 e abbiamo tenuto conto di tutte le osservazioni fatte in quella occasione. Abbiamo deciso di riasfaltare i cantieri, installare pannelli fotovoltaici, rifare l’impianto lavaggio degli automezzi, rinnovare le caldaie per la doccia, e implementare il sistema di lavaggio dei cassonetti che prima è artigianale. Per anni non è stato fatto nulla, era necessario mettere i lavoratori nelle condizioni migliori possibili. Per questo abbiamo ritenuto doveroso aggiungere questi investimenti, era necessario”.
“Un sistema porta a porta spinto” hanno anche spiegato i tecnici Amag Ambiente “non sarebbe stato compatibile con le risorse umane dell’azienda: l’età media dei dipendenti è di oltre 50 anni e 45 persone su 150 non avrebbero potuto garantire le performance richieste dal porta a porta. Coi cassonetti intelligenti il lavoro è meno gravoso dal punto di vista fisico. Sulla carta poi è vero che il porta a porta migliora il livello di differenziata, anche se nel centro di Alessandria resta al 50%, ma comporta più veicoli in giro”.
Sul fronte delle opposizioni il Movimento 5 Stelle ha mostrato più di una perplessità: “Da due anni continuiamo a fare interpellanze su questo tema” ha rimarcato il capogruppo Michelangelo Serra “non siamo pregiudizialmente contrari al cassonetto elettronico, ma secondo noi serve per aree a bassa densità. A Torino è stato deciso di inserirlo in quei contesti. Per questo vorremmo che anche ad Alessandria si sperimentassero i cassonetti intelligenti solo nei sobborghi. Non vorremmo vedere ripetere gli errori del passato: ad Alessandria il sistema di raccolta ha subito tre rivoluzioni in 15 anni. Ora ci sono tutti gli elementi per rivedere un fallimento. Abbiamo chiesto di discutere coi cittadini, sarebbe stato importante coinvolgerli, allargare la discussione. Diffido la giunta a proseguire su questa strada, è inconcepibile imporre questo sistema per 9 anni senza coinvolgere correttamente le commissioni, il consiglio, le associazioni, le consulte e i cittadini. Prima di decidere così bisogna consultare i cittadini. Non chiedo un referendum ma serve condivisione, servirà spiegare bene ai cittadini come funziona. Insomma, questa soluzione non ci piace, anche se è una scelta politica legittima”.
I pentastellati hanno anche sottolineato anche un altro aspetto: “Questa operazione si concretizzerà alla scadenza del mandato della Giunta Cuttica e vincolerà per 9 anni gli amministratori che arriveranno dopo. Secondo noi è eticamente sbagliato aver deciso ora. Sarà un macigno pesante per la giunta nuova. Ci saranno meno bidoni, e già oggi molta gente lascia i rifiuti fuori dal cassonetto. Da tempo chiediamo foto-trappole e videosorveglianza: c’è stata qualche sanzione ma non è stato risolto nulla. Ogni cittadino dovrà fare il doppio della strada, con quasi la metà di bidoni in meno. Ad Alessandria sarebbe stato meglio un porta a porta con tariffazione puntuale, questo invece è un salto nel buio e questa giunta ha perso tre anni di tempo”.
“Concordo con quello che dice Michelangelo Serra” ha aggiunto Enrico Mazzoni, del Partito Democratico “è vero che abbiamo tanti cassonetti in più ma Alessandria ha ben 14 sobborghi”.
“Rispetto il punto di vista del consigliere Serra ma il progetto dal punto di vista di costi e impatto il cassonetto intelligente è più gestibile rispetto al porta a porta ed è meno invasivo nelle abitazioni” la replica dell’assessore Borasio “la politica deve fare delle scelte. I cittadini delegano e votano persone perché scelgano. E poi in qualunque momento del mandato una scelta ricade sulle amministrazioni successive e questo non è un buon motivo per non decidere. Serra dice che siamo in ritardo sulla differenziata? E allora perché aspettare? Prima si parte col nuovo sistema e prima si raggiungono i risultati. Ogni giunta, nel proprio mandato, deve avere la forza di prendere decisioni. Ci avete accusato di essere una amministrazione che non decide: ebbene ora lo facciamo e ci prendiamo la responsabilità su un problema che si trascina da anni e che necessita di una soluzione. Meno cassonetti? La riduzione dei cassonetti è prevista perché ne abbiamo già tantissimi, in tutte le altre città dove c’è questo sistema ce ne sono meno per ogni abitanti. Oggi, inoltre, nei sobborghi spesso non tutti i tipi di cassonetti sono vicini: col nuovo sistema non sarà più così. Tutti i modelli saranno insieme, il sistema sarà più razionalizzato. Tempo perso? Tre anni fa questa amministrazione si è trovata una vera e propria bomba a orologeria che si chiamava Aral, l’azienda addetta al trattamento rifiuti. Qualcuno era favorevole al fallimento di Aral, invece abbiamo tenuto la barra al centro e l’abbiamo salvata. Ora produce utili (anche oggi col covid) e ha un futuro, pur essendo in concordato. Le nostre scelte sul sistema di raccolta rifiuti erano finora condizionate dallo stato di Aral, l’amministrazione ha fatto un vero e proprio miracolo. E’ stata una scommessa vinta contro tutti e ora vinceremo anche questa, siamo convinti della bontà di questa scelta. Riteniamo che i cassonetti intelligenti siano la scelta migliore, abbiamo già vinto una sfida importante. Dobbiamo fare una scelta decisa e netta, nessuno ha la bacchetta magica ma con coraggio si possono fare scelte importanti”.
Anche l’annoso problema dei rifiuti fuori cassonetto è stato preso in considerazione: “Sarà potenziata la raccolta dei rifiuti lasciati fuori dai bidoni” ha detto Fiorenzo Borlasta “Da sei persone addette si passerà a dieci. Tutti i cassonetti intelligenti saranno collocati vicino a un palo della luce con la telecamera. Tutte le postazioni, quindi, saranno videosorvegliate. Adesso invece le fototrappole si trovano solo davanti ad alcune zone. Purtroppo, riguardo gli abbandoni da Comuni limitrofi stiamo parlando di un problema indipendente dal sistema di raccolta, non è cambiando il metodo che si cambia la sensibilità dei cittadini: serve una campagna di comunicazione e sensibilizzazione. Ci sarà sempre piccola frangia di bastian contrari, contro questo atteggiamento servono solo le multe“.
In centro, come già rimarcato, il sistema resta a porta a porta con una tariffazione puntuale in base agli svuotamenti dell’indifferenziato: “Oggi in centro si svuota l’indifferenziato a prescindere che il bidone sia pieno o mezzo pieno: i contenitori nuovi dell’indifferenziato avranno un microchip per misurare gli svuotamenti. Sarà l’utente stesso che lo esporrà solo quando è pieno. La tariffa sarà ripartita in base alla composizione del condominio” ha spiegato ancora Borlasta “tutti i cassonetti avranno dei sensori che avviseranno quando si sono riempiti all’80%. Grazie a questo sistema ottimizzeremo il percorso di raccolta, andando solo nei cassonetti pieni”.