Autore Redazione
martedì
3 Marzo 2015
00:00
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Politica - Alessandria

Dai sindacati l’appello a creare un fronte comune contro le chiusure degli uffici postali

Dai sindacati l’appello a creare un fronte comune contro le chiusure degli uffici postali

ALESSANDRIA –  Sindacati di categoria compatti e pronti a dar battaglia contro la chiusura degli uffici postali in provincia. Il piano di razionalizzazione delle Poste da aprile dovrebbe definitivamente spegnere luci e terminali negli uffici di Pozzengo, San Martino, Alluvioni Cambiò, Castelferro e Pollastra. Cinque chiusure, hanno evidenziato Evaristo Perrini, Roberto Gandino e Davide De Rosa di Uil Poste, Lorenzo Bisio di Slp Cisl, Marco Sali Slc Cgil e Angelo Saniotta di Confsal, cui si aggiungerà la riduzione dei giorni di apertura in 24 filiali del territorio.

Dopo i tagli già attuati negli anni scorsi, il nuovo piano avrebbe ora “alzato il tiro” colpendo anche comuni con più di 1000 abitanti e il timore dei sindacati è che la nuova pesante sforbiciata “sia solo l’inizio”. Oscura la “ratio” dietro la scelta degli uffici da chiudere, Poste Italiane avrebbe “subordinato l’universalità dei servizi all’utile dell’azienda” virando verso prodotti finanziari ad alto rischio per “rubare clienti alle banche”, tagliando però fuori i piccoli risparmiatori e i pensionati. Categorie di cittadini sempre meno “attraenti” agli occhi dell’azienda, poco attenta anche ai futuri disagi provocati da chiusure e riduzioni di orari nei paesi più piccoli. Il progetto di postino “telematico” armato di palmare e Pos per le parti sociali è ancora “una chimera”, soprattutto considerata la scarsa familiarità con i nuovi metodi elettronici della fascia più anziana della popolazione. Difficile, poi, che il personale riesca a raggiungere tutte le aree che rimarranno scoperte una volta attuato il piano della società.

A preoccupare le parti sociali sono poi le ricadute occupazionali del piano delle Poste. La garanzia dell’azienda a non procedere a licenziamenti, ma solo a “esodi volontari” non lascia tranquilli i sindacati. Avvolta nella nebbia è anche la ricollocazione dei dipendenti oggi impiegati nei 29 uffici del territorio colpiti dal piano della società :”dove andranno a finire questi lavoratori?” hanno chiesto con preoccupazione i sindacati. Pronti a far sentire la loro voce, Uil Poste, Slp Cisl, Slc Cgil e Confsal giovedì raggiungeranno Torino per attendere in presidio l’esito del confronto tra il Presidente della Regione, Sergio Chiamparino e l’ad di Poste Italiane, Francesco Caio. Lo spiraglio aperto dai vertici della società non convince i sindacati, spaventati da un possibile “accordo al ribasso”. Ecco perchè le parti sociali hanno chiesto un “colpo di reni” alla politica, fino ad oggi “latitante” sul piano delle Poste e invitato sindaci e cittadini a creare un fronte comune per opporsi a un piano di razionalizzazione fatto cadere “sulle teste dei cittadini” della provincia, da chi dei problemi del territorio sembra non conoscere nulla.

Tatiana Gagliano

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