Autore Redazione
mercoledì
11 Marzo 2015
00:00
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Politica - Novi Ligure

Fiom Cgil chiama a raccolta i metalmeccanici per una nuova “calda” primavera di protesta

Fiom Cgil chiama a raccolta i metalmeccanici per una nuova “calda” primavera di protesta

PROVINCIA – Sarà un marzo “caldo” per la Fiom Cgil. Anche i metalmeccanici della provincia venerdì mattina, alle 10, si raduneranno sotto gli uffici della Regione, in piazza Castello a Torino, per puntare con forza l’attenzione sulla situazione di migliaia di lavoratori piemontesi che, dopo aver perso il posto di lavoro, stanno per veder svanire anche il sostegno degli ammortizzatori sociali. La manifestazione di venerdì, ha precisato il segretario provinciale Mirko Oliaro, sarà solo la prima delle iniziative che vedrà protagonista la Fiom questo mese.

 A fine marzo, indicativamente tra il 23 e il 26, la segreteria provinciale chiederà al popolo dei metalmeccanici di incrociare le braccia per 8 ore e marciare in corteo a Novi Ligure. Lo sciopero e la manifestazione serviranno a dare voce a tutti i lavoratori delle aziende in crisi, ma non solo. Obiettivo della Fiom è soprattutto quello di stimolare un ragionamento “in prospettiva” per anticipare, ed evitare, nuove e pesanti ripercussioni sul territorio. Non a caso, ha sottolineato Oliaro, la segreteria provinciale ha scelto di chiamare a raccolta i metalmeccanici a Novi Ligure, città baluardo contro la crisi, indebolita negli ultimi anni dalla burrascosa vicenda dell’Ilva. La parola d’ordine rispetto alla situazione dello stabilimento siderurgico rimane ancora “prudenza”. La new.co partecipata dallo Stato è “un’operazione transitoria”, ha sottolineato Oliaro e solo quando si avvicinerà il momento del passaggio ai privati “forse tra 2 o 3 anni” si potrà avere un’immagine più chiara anche del futuro dello stabilimento novese.

L’Ilva non è però l’unica azienda su cui ragionare e confrontarsi.Ancora incerto è ad esempio il destino della Kme di Serravalle Scrivia, ha sottolineato Angelo Paternò. Il gruppo industriale specializzato nella produzione e commercializzazione di prodotti in rame da 6 anni attraversa una profonda crisi, che i sindacati e i 410 lavoratori hanno cercato di fronteggiare anche rinunciando al premio di produttività. “Un accordo a perdere” necessario per scansare esuberi che esaurirà però la sua copertura alla fine dell’anno. A quel punto, ha aggiunto il sindacalista della Fiom, il futuro della Kme di Serravalle dipenderà dalla “volontà” della proprietà di continuare a puntare sugli stabilimenti italiani. Investimenti, ha aggiunto Anna Poggio, saranno fondamentali anche per risollevare la Bundy, gruppo americano specializzato nella produzione di serpentine, in particolare per frigoriferi. I180 lavoratori dello stabilimento di Borghetto Borbera sono in contratto di solidarietà in proroga. La data di scadenza, in questo caso, è settembre e con il passare dei giorni aumentano le preoccupazioni dei dipendenti, aggrappati alla speranza di una qualche risposta rassicurante dalla proprietà. Spostandosi verso il capoluogo la Fiom Cgil mantiene alta la guardia anche sulla Lamp Ariflex di Spinetta Marengo. Dopo i 23 giorni di occupazione a fine 2014, i 56 lavoratori, in cassa integrazione fino a maggio, attendono con apprensione novità sulle trattative in corso con potenziali acquirenti dell’azienda. La proprietà, ha spiegato Ivan Gaetani, sembra infatti ancora intenzionata a lasciare Spinetta “nonostante le grandi potenzialità dello stabilimento”. Con l’occhio fisso sul calendario, i sindacalisti stanno seguendo giorno dopo giorno anche la vicenda della Tacchella Macchine di Cassine. Questa settimana l’azienda dovrebbe definitivamente entrare in procedura straordinaria e subito dopo passare alla firma dell’accordo per la cassa integrazione dei lavoratori. Il “lavoro c’è” ma per i sindacalisti della Fiom è fondamentale definire tutti i dettagli della vendita dell’azienda entro l’estate per non veder assottigliarsi troppo il portfolio ordini. Determinata a ragionare guardando al futuro, la segreteria provinciale della Fiom Cgil sta pensando anche di organizzare un convegno-seminario sulla Cerutti. L’azienda, che conta circa 400 dipendenti tra Casale e Vercelli, “è uscita dalla fase più critica” ma ora per il sindacato di categoria della Cgil, deve avere la capacità di reinventarsi per tornare competitiva in un mercato che ha chiuso in cantina le macchine rotocalco.

In attesa di definire i dettagli dell’incontro pubblico sulla Cerutti, i metalmeccanici a marzo riprenderanno con forza la battaglia contro il Jobs Act che aveva già scaldato l’autunno 2014. Il 28 marzo anche i metalmeccanici del territorio raggiungeranno Roma per la manifestazione nazionale della Fiom contro una manovra, ha concluso Oliaro, “che colpendo duramente i diritti dei lavoratori va contro l’idea stessa di futuro industriale del Paese”. 

Tatiana Gagliano

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