16 Settembre 2020
05:01
Ripartire dal lavoro: anche ad Alessandria Cgil, Cisl e Uil in piazza per la mobilitazione nazionale
ALESSANDRIA – Nell’ambito della mobilitazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil dal titolo “Ripartire dal lavoro”, venerdì 18 settembre sarà promossa anche ad Alessandria, come a Novara e Cuneo, una manifestazione in piazza per rilanciare le proposte dei sindacati e sollecitare il confronto con il Governo. Mentre il Paese e il Piemonte fanno i conti con le conseguenze sociali e occupazionali della pandemia, con migliaia di posti di lavoro già persi e molti altri che potrebbero saltare con la fine del blocco ai licenziamenti e la scadenza degli ammortizzatori sociali, Cgil, Cisl e Uil ribadiscono le loro priorità: riforma fiscale e lotta all’evasione, riforma degli ammortizzatori sociali, infrastrutture materiali e immateriali, innovazione, sanità, ricerca, scuola e rinnovi dei contratti nazionali di lavoro privati e pubblici, che riguardano più di dieci milioni di lavoratori.
Ad Alessandria, l’iniziativa sindacale si terrà alle 9.30 in Piazza Santa Maria di Castello. Ad aprire la manifestazione ci sarà il Segretario Territoriale della Cgil, Franco Armosino, il Segretario Territoriale Cisl, Marco Ciani, gli interventi dei delegati delle varie federazioni e concluderà la manifestazione il Segretario Generale Nazionale della Uil Fpl Michelangelo Librandi.
“Dopo Torino, che ha manifestato nei giorni scorsi, scendiamo in piazza nel resto della regione, nell’ambito della mobilitazione nazionale – spiegano i Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil Piemonte, Pier Massimo Pozzi, Alessio Ferraris, Gianni Cortese – per rimettere il lavoro al centro della strategia di rilancio del Paese e per chiedere un confronto con il Governo sui progetti finanziati dall’Europa (Recovery Fund, Sure e, speriamo, MES) relativi alle priorità del Sistema Italia. Le manifestazioni sono anche l’occasione per richiamare l’attenzione sui problemi che investono la nostra Regione, a partire dall’emergenza lavoro. Nei prossimi mesi, se non si interverrà con progetti industriali credibili, saranno a rischio circa 60mila posti di lavoro”.