Autore Redazione
martedì
29 Settembre 2020
05:48
Condividi
Politica - Alessandria

Distretto sanitario del Cristo: cittadini chiedono di potenziare i servizi e l’apertura

Distretto sanitario del Cristo: cittadini chiedono di potenziare i servizi e l’apertura

ALESSANDRIA – Il distretto sanitario Asl del quartiere Cristo offra più servizi e resti aperto di più”. Questo l’appello firmato da centinaia di cittadini rivolto al direttore generale dell’Asl, al Responsabile del distretto Patria, al direttore Direzioni professioni sanitarie di via Venezia, oltre che, per conoscenza, alle organizzazioni sindacali, al sindaco Cuttica di Revigliasco e agli assessori ai servizi sociali e sanità di Alessandria Ciccaglioni e Borasio.

A promuovere la richiesta degli abitanti del Cristo e dei sobborghi di Casalbagliano, Cantalupo, Villa del Foro e Cabanette sono state l’Associazione Commercianti del Cristo e la Commissione Alessandria Sud, rappresentate da Roberto Mutti e Mario Ruvolo. 

Nella lettera viene evidenziato come “i tagli dei costi abbiano penalizzato un territorio vasto con molti anziani, un distretto che anni fa era un punto di riferimento importante per tutta la zona Sud, situato in via Buonarroti proprio davanti alla sede di Castellazzo Soccorso”. 

Il Distretto sanitario del Cristo dal 2018 ha visto notevolmente ridotte le prestazioni sanitarie come pure il numero del personale che presta servizio si legge nell’appello “negli anni questa struttura è stata un punto di riferimento, sanitario, non solo per i cittadini del quartiere Cristo ma per i sobborghi e i paesi che confinano con la zona sud della città (Oviglio, Carentino, Bergamasco), un bacino di utenza importante che è stato negli anni “indebolito”. Raccogliendo le preoccupazioni degli abitanti della zona e soprattutto delle esigenze delle categorie più deboli come gli anziani, chiediamo quali siano le intenzioni dell’Asl sul futuro di questo prezioso servizio”.

“Una struttura ridimensionata: prima si poteva contare sulla presenza di un medico responsabile della struttura e di altri medici con presenza legata alle necessità e su un organico di quattro infermieri, una ginecologa e tre dentisti a rotazione. Oltre alle alle normali attività infermieristiche come i prelievi si assolvevano anche pratiche burocratiche come patenti, porto d’armi, rilascio certificati. Oggi purtroppo la situazione del distretto è notevolmente peggiorata: due dentisti che lavorano con orari ridotti, una ginecologa una volta a settimana, una ostetrica una volta a settimana per poche ore, un infermiere addetta alla poltrona odontoiatrica, infine un infermiere e un operatore tecnico. Le attività svolte per lo più nella mattinata sono: prelievi (circa 20 al giorno), poche prestazioni infermieristiche e consegna esami. Inoltre lo stesso personale in alcune giornate della settimana viene impegnato al poliambulatorio Patria. Il distretto anni fa si trovava in via Carlo Alberto aperto dal lunedì al venerdì mattino e pomeriggio oltre al sabato mattino. Erano impegnate 15 persone tra infermieri, assistenti sociali, medico di distretto, psicologa, pediatra, dentisti, ginecologi e ostetrica. L’attività riguardava la parte amministrativa, distrettuale, consultoria, assistenziale, odontoiatrica. Il 12 novembre 2005 viene inaugurata in via Buonarroti la nuova sede aperta dal lunedì al sabato al mattino, il mercoledì e giovedì al pomeriggio con molti servizi attivi: ambulatorio, prelievi, studio odontoiatrico, attività consultoria, servizio di segretariato sociale. Oggi, nel 2020, molto è cambiato, le criticità sono notevoli: orario di apertura insufficiente, mancanza di personale responsabilizzazione. Per questo chiediamo la programmazione delle attività, autonomia professionale, accessibilità alle prenotazioni, accoglienza, possibilità di sviluppare i bisogni degli utenti con maggiore apertura”.

“La volontà di trasferire i servizi motivandoli con il taglio dei costi, sta penalizzando i servizi sanitari territoriali. Purtroppo si è creato un forte disagio per molte persone del quartiere e zone limitrofe, in particolare anziani o con disabilità. Questo ha obbligato in questi anni le persone a spostarsi dal Cristo al Distretto Patria, creando notevoli difficoltà, un pendolarismo assurdo che sta costringendo molti residenti a rivolgersi a strutture private presenti sul territorio per un disservizio inspiegabile della sanità pubblica”.

“Quello che chiediamo è un progetto serio per questo distretto. Se si riducono i servizi quello che resta, alla fine sono solo i costi nel mantenere aperto un qualcosa che così concepito è inutile per quello che offre alla cittadinanza. Quello che si crede un risparmio si trasforma in disservizio oltre i congestionare altre sedi. Di fatto il distretto oggi per via del covid lavora in maniera ridotta (anche se prima era già stato indebolito) oggi sollecitiamo con estrema urgenza un potenziamento dei servizi, parliamo della salute delle persone. Per questi motivi chiediamo un incontro per capire le intenzioni dell’azienda e individuare una soluzione che possa venire incontro alle migliaia di persone che risiedono sul territorio”.

Condividi