Autore Redazione
lunedì
28 Dicembre 2020
10:47
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Politica - Alessandria

Ravetti (Pd): “Quale reale futuro per le infrastrutture promesse ad Alessandria?”

Ravetti (Pd): “Quale reale futuro per le infrastrutture promesse ad Alessandria?”

ALESSANDRIA – “Le infrastrutture necessarie e il ruolo della Regione a favore del territorio alessandrino. Una fondazione per gestire il teatro di Alessandria? Un nuovo ospedale? Un nuovo ponte? Va bene tutto ma mettiamo a terra la linea di confine tra le parole e i fatti“. Inizia così il lungo post in cui il consigliere regionale del Pd, Domenico Ravetti, annuncia di aver “depositato un’interrogazione per il Consiglio regionale di martedì 29 dicembre per sapere qualcosa in più sul futuro del teatro e sull’ipotesi accennata dal sindaco di Alessandria di una nuova Fondazione per promuovere le arti nelle infrastrutture culturali pubbliche non solo della città“.

A Ravetti l’annuncio del sindaco “pare una buona idea, solo che abbiamo i cassetti pieni di buone idee che, se non realizzate, oltre ad essere inutili occupano anche inutilmente dello spazio. Il tempo difficile in cui viviamo impone alle Istituzioni il passaggio oltre la linea di confine che separa le intenzioni dai fatti. Non a caso affermo da anni che serve una consapevolezza condivisa dei problemi e delle opportunità, una consapevolezza che nel territorio provinciale purtroppo non è abbastanza presente. Ma non solo sul teatro“.

Sui vaccini il consigliere regionale del Pd si è detto “contento per come è stata trattata dai media, e per come è stata accolta dai cittadini, la notizia dei primi vaccini contro il Covid-19. È il segno di speranza che aspettavamo, un primo ma fondamentale passo verso la normalità. Quando è difficile vivere il presente diventa complesso progettare il futuro; quindi proprio ora vorrei riflettere apertamente su una questione sostanziale che riguarda la salute nel territorio in cui viviamo. È noto che le strutture ospedaliere moderne hanno ormai abbandonato il principio di ospedale come luogo dell’asilo, dell’assistenza e della convalescenza assistita“. Le infrastrutture sanitarie, secondo Ravetti, in futuro “saranno chiamate a garantire l’erogazione di prestazioni sempre più numerose e tecnicamente complesse in connessione con le comunità scientifiche internazionali della ricerca clinica e della formazione sanitaria“.

Tuttavia il “futuro non aspetta, arriva presto e non deve cogliere impreparate le Istituzioni. Se davvero in questa provincia si intende mettere al centro le persone, la sicurezza, l’integrazione con il territorio, la qualità delle cure, l’appropriatezza, l’innovazione, se davvero si vuole dare priorità alla salute della nostra comunità, allora si deve avere consapevolezza che non è possibile immaginare un futuro in un edificio, il Santi Antonio e Biagio, la cui costruzione è iniziata tra il 1782 e il 1790. Un hub ospedaliero di riferimento per l’intero quadrante alessandrino e astigiano costruito in un periodo storico dove l’innovazione era rappresentata dall’illuminazione a gas (e dall’acqua corrente in alcune case) non potrà competere con gli spazi a noi vicini che ospiteranno gli ecosistemi digitali di prossima generazione“.

Infine Ravetti, sempre a proposito di infrastrutture, fa il punto sul secondo ponte sul fiume Bormidache potrebbe più agevolmente collegare il mondo con la città di Alessandria. Da appunti presi in varie conversazioni a me risulterebbe che per la realizzazione dello stesso servirebbe una cifra pari a più del doppio rispetto a quella prevista nella quota parte di quei 49 milioni dedicati alla città di Alessandria per le opere di compensazione ottenute dal Terzo Valico. Io non ho motivi per dubitare delle parole degli amministratori del capoluogo; se dichiarano che il ponte si farà io non posso sostenere il contrario. Ma ho almeno qualche buona ragione per dire che andrebbe chiarita subito la provenienza dei fondi per la copertura totale del costo di realizzazione. Altrimenti la Regione Piemonte e i cittadini di tutto il territorio provinciale resteranno nello spazio delle parole, degli auspici, dei desideri, delle ipotesi, tra un ospedale che non c’è, un teatro che c’è ma è come se non ci fosse e metà ponte che intanto prima o poi l’altra metà si farà“.

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