29 Gennaio 2021
14:03
Docenti senza stipendio, Cisl scrive ai parlamentari: “Molti stanno per licenziarsi”
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Il segretario provinciale della Cisl Marco Ciani e il segretario provinciale di Cisl Scuola Carlo Cervi hanno sollecitato i parlamentari del territorio a interessarsi alla “drammatica situazione“ dei circa 300 lavoratori, tra insegnanti e collaboratori scolastici, ancora senza stipendio da quattro mesi dopo essere stati assunti a tempo determinato nell’ambito del cosiddetto “organico covid”. Le parti sociali hanno anche organizzato un flashmob per giovedì prossimo davanti al Provveditorato agli Studi.
“Si tratta di persone che hanno risposto ad una chiamata di un’amministrazione dello Stato Italiano, in questo caso gli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado, per prendere servizio immediatamente e coprire le mancanze e i buchi di organico evidenziati dalla pandemia in atto, dovuta al virus Covid-19. Per rispondere a questa chiamata il personale in questione ha dovuto nella quasi totalità lasciare la propria residenza e spostarsi in una provincia e/o regione diversa, con conseguenti spese di trasporto, vitto e alloggio, che vanno ad erodere ulteriormente il già magro stipendio promesso”.
“La problematica interessa centinaia di docenti, collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici, che lavorano nelle province di Alessandria e Asti. Si è però verificato un combinato disposto di errori di attribuzione dei contratti ai capitoli di spesa specifici e di incapienza finanziaria di tali capitoli che ha fatto sì che queste persone non ricevessero alcuna rata stipendiale dal mese di ottobre 2020 in poi, anche se sulla piattaforma NOIPA dove è possibile vedere le situazioni stipendiali, tali contratti risultano “in pagamento”.
“Il Ministero Istruzione, d’intesa con il MEF, ha fissato ripetute emissioni speciali ma non si ha notizia che le problematiche siano state risolte. Si sono chiesti al Ministero dell’Istruzione i chiarimenti anche in merito alla copertura dei capitoli e si è verificato che si tratta di un problema di carattere nazionale, di imputazione spese da parte del MEF. È appena il caso di segnalare l’imbarazzo e la vergogna per tali grossolani errori da parte di un’Amministrazione dello Stato, ai quali finora non si è riusciti a porre rimedio, malgrado le numerosissime interlocuzioni a tutti i livelli, sia territoriali con i Prefetti, gli Uffici Scolastici Territoriali e le Ragionerie Territoriali dello Stato, sia centrali, con i Ministeri Istruzione ed Economia/Finanze”.
Marco Ciani e Carlo Cervi hanno così invocato “un interessamento a tale drammatica situazione, considerando che molte di queste persone sono in procinto di licenziarsi da un posto di lavoro “statale” al quale però lo Stato Italiano non corrisponde la dovuta retribuzione. Retribuzione che spesso è l’unica disponibile in famiglia, con gravissime e comprensibili ripercussioni sociali ed economiche”.