Autore Redazione
mercoledì
10 Marzo 2021
12:31
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Politica - Alessandria

Le parole di Domenico Ravetti sulla crisi del Pd: “Rimettiamoci in cammino”

Le parole di Domenico Ravetti sulla crisi del Pd: “Rimettiamoci in cammino”

ALESSANDRIA – A inizio marzo 2021 un terremoto ha scosso le fondamenta del Pd. L’annuncio delle dimissioni da segretario del Partito democratico da parte di Nicola Zingaretti ha scatenato una crisi politica inimmaginabile sino a poche ore prima. Su questo argomento si è espresso anche Domenico Ravetti, esponente alessandrino dei dem e attualmente consigliere regionale. Lo ha fatto attraverso una lunga lettera che riportiamo integrale:

Parlo di voi riflettendo sul PD; sarà anche banale ripeterlo ma la politica ci riguarda, riguarda tutti, non solo chi “fa politica”. Ma sì, certo, in fondo cos’è la democrazia? Ognuno ha la definizione preferita e la associa alle libertà, ai diritti e ai doveri, alle protezioni, alle regole. Scegliete voi ma io non conosco una democrazia senza Partiti, fossero anche solo due in competizione tra loro. Per questo parlo di voi quando parlo del PD e per questo io sono molto preoccupato per quello che sta accadendo ad uno dei principali Partiti della nostra democrazia, a meno che siate disinteressati alla democrazia o, per usare paradossi, prediligiate altre forme organizzate, magari più autoritarie o totalitarie. Bene, detto ciò in questi giorni non resta che prendere atto che nel PD Zingaretti, il segretario nazionale, si è dimesso. Lasciamo perdere ora la forma e la sostanza delle sue dimissioni un po’ perché sulla forma avremmo tutti molto da dire e un po’ perché sulla sostanza dovremmo andare oltre le banalità. Sì, perché la sostanza merita spazi e tempi di riflessione molti ampi e riguarda da un lato l’organizzazione interna e dall’altro il rapporto con la società. Questioni molto complesse legate l’una all’altra non liquidabili con tweet e post compulsivi. In altri termini, forse estrapolati dal linguaggio stanco della politica, direi che sono sotto scacco fiducia e solidarietà tra i gruppi dirigenti e linea politica, visione, priorità programmatiche, vocazioni maggioritarie, pulsioni proporzionali. Vi pare poco? Domenica l’Assemblea nazionale eleggerà il nuovo Segretario nazionale e le due domande che dovremmo porre, io l’ho fatto, a chi in quel consesso ci rappresenterà sono: chi e per cosa? Sul – chi – dico di lasciare in cantina il bilancino per pesare le aree interne e invito ad individuare il – o la – più autorevole (dipendesse da me supplicherei Enrico Letta). Sul – per cosa – invito a rimetterci in cammino con coraggio lungo un percorso che non sarà per nulla breve. Nessuno pensi alle scorciatoie dei conteggi delle tessere o dei messaggi propagandistici usati per le Primarie. Questa volta la storia è più complessa, molto più complessa anche per chi, dopo aver eletto domenica il nuovo segretario, da lunedì sarà già in campo per indebolirlo“.

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