7 Maggio 2015
22:50
L’associazione Tilt: “Sì al ritorno del bike-sharing ad Alessandria”
ALESSANDRIA – Alessandria è una delle città più inquinate d’Italia, come purtroppo molti sanno. Arpa e Legambiente lo confermano: stando ai dati della stazione di rilevamento di piazza D’Annunzio, nel 2014 il limite massimo di PM10 consentito è stato superato 86 volte; nonostante il calo rispetto al 2013, in Italia solo a Frosinone si è registrato un numero di sforamenti superiore. Non solo.
L’inventario regionale delle emissioni 2008 (ultimo disponibile) rilevava come nel Comune di Alessandria il settore ad incidere maggiormente sulla qualità dell’aria fosse quello dei trasporti (64% delle emissioni di PM10 e 73% di emissioni di ossido di azoto).
Questi dati sembrerebbero proprio suggerire che per limitare l’emissione di sostanze inquinanti e migliorare la salute degli alessandrini si debba per forza partire da una riduzione del traffico urbano: per realizzare questo obiettivo occorre però mettere in atto misure che disincentivino l’utilizzo dell’automobile in città. Per questo “Tilt! Alessandria” ritiene fondamentale predisporre un’adeguata rete di controlli per assicurare il rispetto della zona a traffico limitato del centro, oggi facilmente violabile.
Tutto ciò però non basta.
E’ necessario che l’Amministrazione comunale si impegni ad adottare misure che stimolino l’abbandono dell’automobile e l’utilizzo di mezzi alternativi per muoversi in città. Alla luce di questo vorremmo invitare l’Amministrazione ed in particolare l’Assessore alla mobilità Ferralasco ad intraprendere ogni sforzo per ripristinare il servizio di bike sharing sospeso dal novembre 2012: all’epoca, gli abbonati al bike sharing erano quattrocento, con una media di ottanta utilizzi giornalieri. Una cifra certo non elevatissima, ma nemmeno trascurabile al punto da giustificare un abbandono del servizio a cuor leggero. Riteniamo, al contrario che attraverso un’efficace pubblicità e un miglioramento della sua fruibilità (a partire dalla possibilità di pagare il servizio online), il bike sharing possa ampliare la propria platea di destinatari, a partire dagli studenti e dai pendolari, che oggi per raggiungere il centro dalla stazione sono costretti a lunghe attese dell’autobus o a muoversi a piedi. Senza dimenticare anche che molti alessandrini, potendo noleggiare una bicicletta, lascerebbero più volentieri a casa l’automobile.
Siamo consapevoli che le colonnine per il noleggio delle bici versino oggi in uno stato di degrado, come segnalato da un articolo de “La Stampa” e che il loro ripristino abbia un costo.
(“Il bike sharing scordiamocelo, almeno per qualche anno. Non ci sono né «se» né «forse» nella risposta di Marcello Ferralasco all’interpellanza presentata da Roberto Sarti (Lega Nord): l’assessore alla Mobilità è stato chiaro sulle possibilità davvero minime che il servizio di condivisione bici venga riattivato a breve. E l’amministrazione sarebbe in difficoltà anche pensando a tempi più lunghi: «Non ci sono fondi», dice lapidario. Anche perché di soldi ne sono stati spesi troppi e i debiti accumulati saranno a quota zero solo nel 2017.”)- La Stampa- Pagina di Alessandria, articolo di Valentina Frezzato del 10 aprile 2015.
Tuttavia, abbandonare definitivamente il bike sharing, come minacciato dall’Assessore, significherebbe buttare al vento l’investimento già fatto dal Comune. Infatti, ATM dovrà IN OGNI CASO terminare l’esborso di 340 mila euro alle due società che si erano occupate di attivare il bike sharing (Bicincittà e Comunica), soldi che saranno totalmente sprecati se il servizio non ripartirà. Ricordiamo poi che le 41 biciclette di cui il Comune è ancora proprietario continuano a giacere inutilizzate nel deposito dell’ATM, rischiando di usurarsi sempre di più fino a diventare inutilizzabili.
(” Ma non è solo questione di buchi nei conti in banca, ma anche di buchi, reali, nelle colonnine: quelle davanti al municipio sono spaccate o seriamente danneggiate, come lo è il totem che forniva le indicazioni agli utenti. Stessa sorte per quello davanti alla stazione ferroviaria, ma lì da alcune postazioni il pannello elettronico è stato addirittura strappato via. «Riattivare il servizio – spiega Ferralasco – significa ripristinarle e servirebbero almeno 25 mila euro, che non abbiamo in questo momento». Il consigliere comunale Sarti riportando una conversazione con Gianluca Pin di Bicincittà dice: «Per loro è un grave danno d’immagine avere le stazioni in questo stato. È cattiva pubblicità, terribile in vista di Expo. Mi ha detto che se fosse per lui porterebbe via tutto, anche io chiedo di rimuovere le colonnine». E l’assessore è d’accordo: «Degrado urbano che va rimosso») – ibidem
In molte altre città piemontesi come Cuneo, Vercelli e Torino il servizio ha avuto un notevole successo, al punto che spesso gli utenti rischiano di trovare le colonnine vuote, senza bici disponibili. Ciò significa che il bike sharing può diventare una piacevole ed utile abitudine per i cittadini e, attraverso opportune politiche, anche un introito per il Comune.
Non si capisce perché un servizio di successo in altre città non possa funzionare anche in Alessandria, come auspichiamo.
Per tutti questi motivi “Tilt! Alessandria” chiede un incontro urgente con l’assessore Marcello Ferralasco per poter portare le nostre proposte alla sua attenzione, in un’ottica di collaborazione costruttiva.