6 Maggio 2021
05:13
Ravetti (Pd): “Riorganizzazione interna entro giugno. Poi dobbiamo riconnetterci alla società”
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Il consigliere regionale del Partito Democratico, Domenico Ravetti, ha fatto il punto sulla situazione del partito di centrosinistra. “Da tre anni sono l’unico eletto del Pd della provincia di Alessandria in una Assemblea legislativa. Sono troppi tre anni da solo in un Partito al 20% (spero) in una provincia di 440 mila abitanti dove peraltro amministriamo un solo centro zona, Ovada, il più piccolo tra i sette presenti. Sento il peso politico e la mia parte di responsabilità; al contempo provo una sensazione che vagamente mi riporta ai momenti di solitudine non voluta”.
“Quando un Partito si trova in queste condizioni di marginalità istituzionale e sociale intanto deve esserne consapevole. La consapevolezza è necessaria perché attiva la prima reazione strutturata (non estemporanea), almeno quella prevalente, che è di norma quella della ricerca della riconnessione con le diverse istanze, siano esse economiche, sindacali, professionali o del terzo settore. Nella peggiore delle ipotesi può prevalere se non altro l’istinto di conservazione della classe dirigente politica, una conservazione che permette di superare le difficoltà del momento; in provincia di Alessandria significa sopravvivere all’onda nazionalista che ha una potenza pervasiva enorme e ha leader riconosciuti non solo dalle elites ma anche dal popolo che li ha eletti e rieletti. Tra l’altro non è un vezzo personale ricordare che con quell’onda nazionalista e con quei leader dovremo competere il prossimo anno per le elezioni amministrative di Alessandria e Acqui Terme che non sono solo un affare per i residenti di quelle due città”.
“Proprio per quella responsabilità che ho scritto in premessa sento la necessità di rivolgermi agli iscritti per richiamarli ancora una volta e nonostante tutto alla partecipazione e di augurare al mio Partito di impegnare solo più il mese di maggio, al massimo anche giugno, per terminare il suo processo di riorganizzazione interno nella sua dimensione provinciale e là dove è necessario (stabilito o figlio di accordi politici) contestualmente anche nei Circoli. Se dedicheremo troppe energie alla ricerca della stabilità interna arriveremo stanchi alla tappa della riconnessione con la società più o meno organizzata della nostra provincia. E di conseguenza spossati cercheremo qualche riparo all’ombra il prossimo anno”.