19 Maggio 2015
13:56
Riboldi e Capra sui migranti: “prestino servizi di volontariato gratuito per il Monferrato”
CASALE MONFERRATO – Con una mozione presentata in consiglio comunale i rappresentanti dell’opposizione, Federico Riboldi di Fratelli d’Italia ed Emanuele Capra della Lega, hanno chiesto al sindaco di Casale, Titti Palazzetti, di coinvolgere i migranti in servizi di volontariato e manutenzione a vantaggio della città. L’idea dei consiglieri è di predisporre, insieme alla Prefettura, un protocollo obbligatorio per lo svolgimento, accanto ai corsi di alfabetizzazione e formazione scolastica e lavorativa, di servizi a favore della collettività come la pulizia di piazze e parchi, pulizia degli argini dei fiumi, cura delle aree verdi e più in generale interventi e servizi che il Comune di Casale Monferrato attualmente non è in grado di svolgere con puntualità per mancanza di risorse di bilancio.
“Questa mozione – ha spiegato a Radio Gold News Federico Riboldi – ha una duplice funzione: dare possibilità a quanti vengono ospitati a Casale di imparare la lingua e un mestiere e poi fornire, in un periodo di particolare difficoltà per le amministrazioni, un utile supporto per i cittadini. Potrebbe anche servire per far sì che i cittadini possano vivere diversamente la presenza dei migranti in città“.
I due esponenti politici hanno poi aggiunto: “in attesa di una più legittima regolamentazione dei flussi migratori da parte dello Stato riteniamo che sia doveroso intervenire per far sì che l’ospitalità nell’area del Monferrato Casalese nel periodo di erogazione dei contributi pubblici sia favorita per quegli immigrati che avvertono l’obbligo morale di prestare servizi gratuiti per la collettività che li accoglie, riservandosi il diritto di non accogliere chi non intendesse aderire.”
In questo senso Riboldi ha spiegato: “i popoli in difficoltà, in situazioni di carestia o di povertà cercano un futuro migliore nella nostra terra e credo sia nostro dovere che chi si trova sui barconi non venga abbandonato. Ma è anche dovere dei migranti dimostrare di doversi integrare e di contribuire al miglioramento della società con il lavoro. Altrimenti non può che crearsi una situazione in cui una volta finito il contributo statale non sapranno cosa fare o sarà inevitabile l’emergere di uno spirito di rivalsa da parte di italiani che hanno pensioni inferiori o sono disoccupati. Chi viene qui vive una situazione di disagio. Noi lo accogliamo però non può pensare di stare qui un anno e vivere in una situazione migliore di molti italiani. Questo è per il bene della società che li ospita ma anche per il bene dei migranti che in questa maniera, finito il contributo statale, avranno imparato una lingua e anche un lavoro“.