23 Giugno 2015
07:16
Il nuovo codice degli appalti per semplificare e rendere più efficiente il sistema
ALESSANDRIA – Il codice degli appalti “è in apparenza una materia tecnica e ostica, ma in realtà ha molto a che fare con profili indispensabili per il Paese, uno strumento che servirà a mettere l’Italia al passo con nazioni più moderne“. Il Senatore Daniele Borioli, membro della Commissione Lavori Pubblici, ha introdotto così un nuovo impianto normativo che dovrebbe semplificare la sfilza di 800 norme attuali in questo settore, portandole a 200, oltre a ridurre “le troppe le stazioni appaltanti, preda di fenomeni distorsivi. In questo senso il provvedimento propone una riduzione drastica”.
L’argomento è stato affrontato ieri sera in un convegno organizzato ad Alessandria. Borioli, affiancato dal Senatore Stefano Esposito, relatore del disegno di legge al Senato, e dall’assessore regionale alle opere pubbliche, Francesco Balocco, si è rivolto ai numerosi amministratori presenti in sala, all’hotel ‘Alli Due Buoi Rossi’, per illustrare una novità che mira ad esaltare l’onestà, a semplificare le procedure e a rendere più efficiente l’intero sistema.
Per Stefano Esposito si tratta di “una delle più importanti riforme per questo Paese e su questo tema non abbiamo litigato. Al Senato non abbiamo ricevuto nessun voto contrario ed è un elemento su cui riflettere. Eppure il codice degli appalti prova a mettere dei paletti. Abbiamo chiesto di indiividuare bandi tipo, contratti tipo e ho fatto una proposta secca, quella di ridurre drasticamente le stazioni appaltanti, in tutto saranno 200 in Italia“. Secondo Esposito “la riduzione di stazioni appaltanti, che quindi saranno qualificate e preparate, colpirà la pirateria del settore“. Altro elemento di novità sarà quello legato all’eliminazione del massimo ribasso, “una situazione che ha portato molto spesso a lavori non fatti bene. In questi anni c’è stata una macelleria sociale sulla politica del massimo ribasso. Noi abbiamo Asl a Torino in cui persone che fanno accoglienza al pubblico prendevano 2,50 euro all’ora. La stazione appaltante dovrá applicare il contratto collettivo. Costerà di più ma portiamo avanti una azione sociale”.
Il valore del codice degli appalti, ha aggiunto Borioli, è testimoniato dal grosso impegno in tema di limpidezza delle procedure. “In questo impianto normativo, è stato previsto di affidare ad Anac, all’autorità nazionale anti-corruzione, l’emanazione di un apparato che sia fatto di atti di indirizzo, bandi tipo e modelli di bando per la messa a gara di servizi che siano in grado di orientare l’amministrazione pubblica, e quindi le stazioni appaltanti, verso un utilizzo omogeneo per tipologie di appalto e più verificabile rispetto al passato“.
Sul fronte delle grandi opere e comunque di quelle dal forte impatto territoriale “nel nuovo codice degli appalti – ha aggiunto Borioli – abbiamo introdotto un disegno di legge che prevede, prima della progettazione definitiva, l’avvio di una procedura di confronto pubblico con il territorio che serva a capire al proponente dell’opera quali siano i problemi e di verificare quali possano essere gli strumenti per correggerli”.
La riforma ora dovrà passare alla Camera e, una volta approvata, passare ai decreti attuativi del Governo. “Intanto però – ha concluso il Senatore Borioli – è importante che il tessuto degli enti locali recepisca prima possibile questa forte innovazione per introdurre eventuali correttivi che non stravolgano la ratio della norma ma meglio applicabile”.
Fabrizio Laddago