Autore Redazione
giovedì
25 Giugno 2015
12:41
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Politica - Alessandria

Licenziamento dipendente ATM: il consigliere Fabbio chiede chiarimenti al sindaco Rossa

Licenziamento dipendente ATM: il consigliere Fabbio chiede chiarimenti al sindaco Rossa

ALESSANDRIA – Riceviamo e pubblichiamo l’interpellanza del consigliere di minoranza del Comune di Alessandria, Piercarlo Fabbio, a proposito di una vicenza che ha visto protagonista la partecipata ATM. 

L’ATM è nuovamente nell’occhio del ciclone per la gestione dei dipendenti. Prima il caso del lavoratore invalido discriminato, ed ora un licenziamento nei confronti di F.S., che il Tribunale di Alessandria ha giudicato ritorsivo condannando ATM a reintegrare il lavoratore e a pagare emolumenti e contribuzioni omesse. F.S. era difeso dall’avvocato Marco Del Nevo. Ho presentato un’interpellanza all’Amministrazione, perché, nonostante l’ordinanza del Giudice sia di fine Marzo, non si è visto trattato il tema da alcuna parte e soprattutto non si sa che posizione voglia tenere il Sindaco Rita Rossa, che ha personalmente scelto gli Amministratori di ATM e ne ha dunque la responsabilità politica.

Sentiremo la risposta, intanto il lavoratore non è ancora stato reintegrato. 

Interpellanza
(ai sensi dell’art. 57 del Regolamento del Consiglio Comunale)

Oggetto: Licenziamento ritorsivo ATM nei confronti del dipendente F.S.

Porta la data del 27 marzo 2015 l’ordinanza del Giudice del Lavoro del Tribunale di Alessandria, con la quale l’Atm soccombe nella causa intentata dall’ex dipendente F.S. contro il licenziamento intimato dall’azienda al lavoratore in data 12 settembre 2014.
Nell’ordinanza il Giudice dichiara la nullità del licenziamento dello S., in quanto di natura ritorsiva e condanna il legale ripresentante dell’Atm a reintegrarlo nel posto di lavoro, a corrispondergli tutte le retribuzione dovute dal momento del licenziamento fino alla reintegra, oltre alla rivalutazione monetaria e gli interessi, nonché versare le contribuzioni previdenziali e assistenziali di legge.
Stupisce leggere come il giudice valuti il licenziamento di chi, fino a poco tempo prima, era il vicedirettore dell’azienda, poi demansionato dall’azienda stessa, che, in data 21 settembre 2012 ha soppresso proprio la figura del vicedirettore e, due anni dopo procedeva al licenziamento del lavoratore per giustificato motivo. Infatti il giudice scrive senza mezzi termini che l’Atm ha maturato la volontà di licenziare F.S. perché lo stesso aveva promosso causa nei confronti dell’azienda per l’accertamento dell’illegittimità del precedente demansionamento.
Il fatto è da considerarsi gravissimo, pari a ciò che potrebbe realizzarsi nel caso di licenziamento per convincimenti politici, credenze religiose o appartenenze etniche.
È da stigmatizzare il comportamento dell’Atm e di chi ha preso la decisione, comunque i vertici aziendali, che hanno procurato peraltro un danno all’azienda stessa e al pubblico erario, visto che ora sono costretti a rifondere allo S. anche le retribuzioni e le contribuzioni per il periodo in cui – dal licenziamento alla reintegra – non ha potuto svolgere il proprio ruolo, pur demansionato. 

l’interpellante quindi chiede 

A) Se l’Amministrazione fosse a conoscenza di questa vicenda e dell’epilogo giudiziario della stessa;
B) Quale giudizio intenda dare nei confronti di un vertice aziendale che licenzia figure apicali o sub-apicali per mera ritorsione;
C) Se non ritienga l’amministrazione di intervenire prendendo severe misure di condanna nei confronti dei vertici aziendali, che si ricorda, sono stati scelti dall’attuale sindaco;
D) Nel caso si rinvenissero responsabilità di danni erariali se non si ritenga di perseguirle.

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