Autore Redazione
lunedì
13 Settembre 2021
15:03
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Politica - Alessandria

Consiglieri dissidenti confermano appoggio a Cuttica ma attaccano: “Forza Italia come i comunisti negli anni ’50”

Consiglieri dissidenti confermano appoggio a Cuttica ma attaccano: “Forza Italia come i comunisti negli anni ’50”

ALESSANDRIA – A un giorno dalla “deadline” del prossimo consiglio comunale, nel centrodestra alessandrino ancora i giochi non sono ancora chiari ma la presa di posizione di InsiemeAlCentro, il nuovo gruppo formato da sei ex consiglieri di Forza Italia, certifica che, forse, le basi per il rimpasto di giunta sono state messe, anche se ancora tutto tace da Palazzo Rosso. Sono infatti significative le dichiarazioni del capogruppo Maurizio Sciaudone che, in una nota stampa, conferma l’appoggio del gruppo alla Giunta Cuttica, il segnale che, con tutta probabilità, l’accordo tra le varie forze di centrodestra per un rimpasto di giunta potrebbe essere stato trovato.

“Nulla cambia nel sostegno convinto all’amministrazione che abbiamo fatto eleggere e che ha bene operato secondo il mandato elettorale che abbiamo sottoscritto” ha sottolineato Sciaudone “I nomi dei papabili assessori, i nomi di chi lascerà, la ricerca del manovratore e la discussione su chi farà che cosa svaniranno come notizie nella mente degli alessandrini tra qualche settimana ma, mi auguro, che i motivi della nostra scelta restino impressi almeno in quanti mi hanno, ci hanno, votati nelle liste di Forza Italia, perché sia chiaro a loro che è stato questo l’unico modo di onorare la fiducia che ci hanno dato”.

Sciaudone ha infatti ricordato come sono nati i presupposti di questa netta cesura col partito di Berlusconi, a seguito della nomina di Davide Buzzi Langhi come nuovo commissario cittadino al posto di Piercarlo Fabbio, da parte del coordinatore regionale Paolo Zangrillo.Deve finire il metodo dell’uomo solo al comando o delle decisioni sul destino di tutti, prese e calate da un ristretto gruppo di persone” ha sottolineato Sciaudone “Secondo me, nel caso della decisione mia e di altri cinque consiglieri comunali di Forza Italia di uscire dal Gruppo consiliare di quel partito per costituire una nuova componente della maggioranza, meriterebbe molta più attenzione la causa, il motivo di questa azione. Molto spesso una notizia si crea sugli effetti di un’azione e sui suoi risvolti pratici. Nella cronaca politica poi i cambi di poltrona, i nomi, i personaggi che entrano in gioco e gli aspetti pruriginosi prendono tutta la scena”.

“Potrebbe essere che noi sei, fuoriusciti da Forza Italia, abbiamo riflettuto sul fatto che non può sempre essere così. Per quel che mi riguarda la decisione di costituire un nuovo gruppo consiliare pesca in questo sentimento: la ricerca della correttezza e della trasparenza dei rapporti interni a un partito che ha nella libertà e nella democrazia le sue dichiarate radici. Ogni giorno leggiamo e sentiamo tra la gente la sfiducia che crea la politica senza principi, la gestione dei rapporti sganciata da quel senso del corretto, del trasparente e dell’onore che riduce tutto a scambi e mediazioni utili solo a navigare, ad andare avanti, su percorsi sempre personali”.

“I consiglieri”, prosegue Sciaudone, sono “eletti dalla gente e gli elettori non spariscono all’indomani del voto, restano lì a chiedere conto, come è giusto e legittimo che sia, delle decisioni interne e di quelle amministrative che vengono dagli organi del partito e dei rappresentanti che sono stati votati. Se portare all’attenzione dei dirigenti di FI i dubbi, le perplessità e il fatto che di certe decisioni non si comprende il senso è una colpa, allora io sono fieramente colpevole. Deve finire il metodo dell’uomo solo al comando o delle decisioni sul destino di tutti, prese e calate da un ristretto gruppo di persone. E questo anche perché, di solito, non è il sedicente leader decisionista o gli oligarchi che devono sopportare il peso e l’effetto delle decisioni che hanno preso senza confronto con i cosiddetti ‘peones’. Il cosiddetto “centralismo democratico” caro al Pci degli anni Cinquanta è cosa che speravo proprio di non vedere nel mio partito. Nel caso di Forza Italia, ad Alessandria è stato questo metodo che ha provocato gli eventi che hanno svolgimento in questi giorni. La mia è stata una decisione ideale che richiama alla correttezza, non una decisione di comodo o di opportunità”. 

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