3 Luglio 2015
14:42
I dubbi di Demezzi sulla vicenda della discarica Bazzani
CASALE MONFERRATO – Torna al centro delle discussioni, a Casale, la questione della discarica Bazzani. Nei giorni scorsi infatti Legambiente ha chiesto di essere coinvolta nella discussione sul futuro del sito, mentre ora l’ex sindaco, Giorgio Demezzi, ha sollevato perplessità sui risvolti recenti collegati alla vicenda: “improvvisamente una perizia riduce la vita della discarica Bazzani di tre anni circa“. Al contempo, ha fatto notare ancora Demezzi, è stata progettata “una discarica potenzialmente di pari dimensioni alla precedente. Perchè allora non si esamina una soluzione con il trattamento del rifiuto per il suo recupero energetico?”
Da qui l’analisi articolata di Demezzi: “Nel 1996 viene data l’autorizzazione per 500.000 metri cubi su 4 lotti. Nel 2009 viene aggiunta l’autorizzazione per un quinto lotto di 75.000 metri cubi, portando il dimensionamento autorizzativo totale a 575.000 metri cubi. Dai documenti ufficiali è sempre stata ribadita la disponibilità di un quinto lotto di 75.000 metri cubi: il documento di richiesta di autorizzazione unica ambientale (A.I.A.), trasmesso in data 30/09/2013 alla provincia, indica, relativamente al LOTTO 5 la seguente situazione: “realizzato ma non ancora in coltivazione (volume autorizzato 75.000 metri cubi)”. Relazione ufficiale sulla discarica della COSMO, trasmessa ogni anno al Comune di Casale, oltre che alla provincia e all’Arpa, dalla quale si evince che la volumetria disponibile complessiva della discarica al 31/12/2013 era ancora di 80.617 metri cubi. Perizie severate, di cui la Cosmo ha la responsabilità, ricorrendo ad un perito esterno, per poi riferire i risultati al cda e ai soci., i quali assumono le decisioni strategiche in base a questa informazione. Dalla perizia del 18/09/2012, risultava una disponibilità complessiva era di 92.300 metri cubi. La perizia del 27 marzo del 2015 definisce che il volume ancora disponibile per tutta la discarica è di 32.626 metri cubi, giustificando la contraddizione con i risultati della precedente perizia col fatto che non era stato preso in considerazione e quindi verificato il 5° lotto che, dice il perito, per quanto a sua conoscenza, doveva poter contenere 75.000 metri cubi. La perizia afferma anche che “il 5° lotto era già stato parzialmente sfruttato da tempi remoti (ma quando ? vedi A.I.A. e dichiarazione qui di seguito riportata) e che il volume complessivamente utilizzabile del 5° lotto alla data del 24/11/2014 (data di inizio di sfruttamento del 5° lotto) era pari a metri cubi 34.100”.
Solo dunque nel marzo del 2015, improvvisamente si viene a sapere che la disponibilità reale del 5° lotto non era di 75.000 metri cubi ma di soli 34.000 metri cubi, riducendo la capacità residua di 41.000 metri cubi rispetto alle precedenti informazioni ufficiali; in sostanza, tenendo conto dei conferimenti degli ultimi anni, viene improvvisamente accorciata la vita della discarica di circa 3 anni. Tutto ciò ha creato informazioni errate per le valutazioni che i Sindaci potevano effettuare fino al 2014, provocando ora una situazione di possibile emergenza, che comunque non può essere risolta semplicemente con l’acquisto di un’area di 65.000 metri quadri e con l’opzione di acquisto di un’altra area di pari dimensioni, ipotizzando dunque un ampliamento enorme dell’attuale discarica con una capacità volumetrica potenzialmente uguale alla discarica attuale. Sarebbe auspicabile valutare, come succede nel resto dell’Europa ed incomincia a diffondersi anche nei comuni italiani, la possibilità di costruire un impianto, che tratti il rifiuto non più riciclabile per produrre un combustibile solido secondario che potrà essere valorizzato con il suo recupero energetico. Questo trattamento in sinergia con la raccolta differenziata è universalmente riconosciuto come il modo per eliminare la costruzione di nuove discariche.