Autore Redazione
giovedì
2 Febbraio 2017
01:56
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Cronaca - Alessandria

Dossier Legambiente sui pesticidi: un frutto su due con residui

Nessun prodotto irregolare ma il dossier di Legambiente segnala l'uso dei pesticidi soprattutto in frutta e verdura.
Dossier Legambiente sui pesticidi: un frutto su due con residui

ITALIA – Tra frutta, verdura e prodotti trasformati, la contaminazione da uno a più residui di pesticidi riguarda il 36,4% dei prodotti analizzati in tutta Italia. Il dato arriva dal dossier Legambiente, “Stop pesticidi”, che specifica anche come quelli fuorilegge siano stati, nel 2015, l’1.2%, contro lo 0.7% dell’anno prima. Buone notizie tuttavia arrivano dai controlli in Piemonte dove non sono stati trovati prodotti irregolari. Tuttavia è la frutta a cerare i maggiori problemi perché i controlli, sebbene abbiano consegnato prodotti regolari, hanno fatto emergere residui di pesticidi. In particolare il 32.2% con un solo residuo e il 19.9% con più di uno.

In Piemonte, su 565 campioni totali, 556 sono stati analizzati dall’Arpa Piemonte e 9 analizzati dall’IZSTO. Nessuno dei campioni è risultato irregolare e la percentuale dei multiresiduo si è attestata sull’8%. È la frutta a destare maggiore attenzione vista la percentuale più elevata di residui. I multiresiduo con il maggior numero di principi attivi sono: l’uva da tavola (Italia) con Clorpirifos, Fenexamide, Metalaxil e Tebuconazolo; le prugne (Cile) con Imazalil, Iprodione, Pirimetanil e Tebuconazolo; le fragole (Italia) con Imazalil, Boscalid, Fenoxycarb e Miclobutanil e le fragole (Spagna) con Bupirimate, Ciprodinil, Fludioxonil e Iprodione; le carote con Azoxystrobin, Boscalid, Clorpirifos, Pirimetanil; le pere (Italia) con Boscalid, Clorpirifos, Clorpirifos-Metile, Trifloxistrobina; le clementine e i mandarini (Cipro) con Imazalil, Clorpirifos, Pirimetanil, 2-Fenilfenolo. Per quanto riguarda i campioni di miele, uno proviene dalla Germania mentre per quelli rimanenti non viene specificata la provenienza. Di seguito la tabella del Piemonte:

Come descritto da Legambiente, a livello nazionale, nonostante l’incremento dei campioni irregolari, “è diminuita sia la percentuale di campioni regolari con un residuo sia la percentuale sul multiresiduo totali, passando rispettivamente dal 18,8% del 2014 al 16,5% del 2015 nel primo caso, e dal 22,4% del 2014 al 19,9% del 2015 nel secondo”. Come registrato in Piemonte la frutta si conferma il comparto in cui si concentra la percentuale maggiore di campioni regolari con uno o più residui, pari al 58,4% del totale dei campioni di frutta analizzati e con casi non trascurabili di veri e propri cocktail di sostanze attive rilevate in uno stesso campione (fino ad
un massimo di 21). Nel dettaglio: il 19,6% dei campioni presenta un solo residuo di pesticida, mentre il 38,8% dei campioni analizzati rientra nella categoria del multiresiduo”.

Il paradosso è che in prodotti considerati utili per la salute spesso si annidino rischi inaspettati. È il caso del tè verde proveniente dalla Cina: in un controllo è stato trovato un mix di ben 21 differenti sostanze chimiche. Quattordici residui invece, di cui 9 superiori al limite, in un campione di semi di cumino (dalla Siria).

Qui il dossier completo di Legambiente.

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