18 Ottobre 2021
10:35
Fornaro e Ravetti chiedono chiarezza e condivisione sulla sanità in provincia
PIEMONTE – Dopo le notizie sul piano investimenti per la sanità nelle province di Alessandria e Asti il centrosinistra chiede dettagli e spiegazioni sulle linee guida adottate. Una necessità espressa da Federico Fornaro di Articolo 1 e da Domenico Ravetti, consigliere regionale del Pd. “Una lunga catena di decisioni e non scelte delle direzioni generali e sanitarie delle ASL sta scaricando nei nostri territori su medici e infermieri il peso della situazione emergenziale, con conseguenti cadute negative sul servizio reso al cittadino – puntualizza Fornaro. Il personale, numericamente inadeguato è al limite fisico di sopportazione e il sistema è arrivato al punto di rottura. È indispensabile cambiare rotta superando ogni forma di blocco nelle assunzioni della sanità pubblica, programmando un percorso nazionale e regionale per la preparazione di personale infermieristico ed eliminando il “numero chiuso” a medicina. Da troppi mesi ormai, in molti territori delle province di Alessandria e Asti il diritto costituzionale alla salute è nei fatti sospeso e non si intravede una soluzione: una situazione inaccettabile. Il rafforzamento della medicina territoriale e l’utilizzo del fondi del PNRR devono uscire dalla logica dei convegni e degli annunci e passare all’operatività con un largo coinvolgimento dei sindaci e degli operatori”.
Il richiamo di Fornaro è relativo ai disegni di un nuovo piano investimenti per le province di Alessandria e Asti, notizia apprezzata dal politico alessandrino che però si chiede: “Ma chi decide? Quando i sindaci sono stati coinvolti in queste decisioni strategiche? Quando si è aperta una discussione pubblica con tutti i soggetti interessati al rafforzamento della sanità pubblica? La salute non può essere appaltata ai tecnici e le istituzioni e la politica devono far sentire la loro voce e quella dei territori. Mentre si progetta il futuro è indispensabile, inoltre, che sia l’assessorato regionale alla sanità sia i vertici delle Asl non mettano in atto azioni di smantellamento della sanità pubblica per favorire l’espansione dei privati, riducendo ulteriormente i livello di assistenza sociosanitaria nelle due province. La salute è un bene primario che non può e non deve essere integralmente delegato ai tecnici”. E proprio in merito al piano investimenti il consigliere regionale del Partito Democratico, Domenico Ravetti chiede chiarezza: “Vogliamo avere il piano degli investimenti dei 22 milioni di euro previsti dalla Missione 6 del PNRR per la sanità territoriale in provincia di Alessandria. Sappiamo molto bene che il Ministero competente ha chiesto all’assessorato regionale alla sanità un progetto per individuare le Case di Comunità, gli ospedali di Comunità e le centrali operative per l’emergenza urgenza. Sappiamo anche che tale progetto deve essere consegnato entro dicembre 2021 e che per la provincia di Alessandria significa in termini numerici 9 Case di comunità, 3 Ospedali di comunità e 4 centrali operative per l’emergenza urgenza territoriale. Mesi fa avevamo chiesto un confronto per aprire una fase di partecipazione alle scelte e di condivisione del documento finale ma la nostra proposta è stata respinta. Così i dirigenti dell’Asl Al hanno dovuto seguire le direttive dell’assessorato regionale alla sanità e in autonomia hanno prodotto e depositato un documento di cui non conosciamo nulla se non l’importo complessivo della spesa. E’ inaccettabile questo metodo che umilia il ruolo delle Istituzioni democraticamente elette e le relega a semplici spettatrici di scelte che riguardano il più grande investimento per la sanità territoriale mai ottenuto nella storia del Sistema Sanitario Nazionale. Conoscendo nulla del Piano redatto dall’Asl Al è impossibile esprimere giudizi o avventurarsi in ipotesi. Può essere un Piano lungimirante che tiene conto delle fragilità sociali della provincia di Alessandria, oppure no. Può contenere basi sanitarie per le aree marginali, oppure no. Può potenziare le attuali Case della Salute, oppure no. Può prevedere fondi per l’ex Mauriziano di Valenza, oppure no. Può realizzare ex novo presidi socio-sanitari, oppure no. Può convertire spazi attualmente poco utilizzati, oppure no. E infine, fattore decisivo: bastano gli infermieri, i medici, gli assistenti sociali e il personale amministrativo per gestire i servizi, oppure no? Resta il fatto che il tempo per riaprire una discussione finalizzata a modificare il progetto presentato in Regione è davvero poco ed è inimmaginabile ripristinare in qualche giorno la Conferenza provinciale dei Sindaci dell’Asl Al che da due anni e 6 mesi non è più stata convocata, nemmeno per eleggere i suoi vertici istituzionali. Questo è il prezzo che il nostro territorio paga al disinteresse del centrodestra”.