20 Dicembre 2021
05:29
Europa Verde Alessandria, mozione contro il nucleare di 4^ generazione: “Un pericoloso inganno”
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – In occasione dell’assemblea provinciale di Europa Verde dello scorso sabato è stata votata all’unanimità una mozione contro l’energia nucleare di quarta generazione dove si è espressa “una forte preoccupazione per l’acquiescenza del Governo attualmente in carica rispetto ad un argomento di estrema delicatezza. Si tratta dell’adesione italiana alla prospettiva di rilancio dell’energia nucleare come fonte assimilabile alle “rinnovabili”. La questione non è solo di ordine tecnico/energetico (con un saldo comunque negativo in termini economici e di compatibilità ambientale) ma anche strettamente politico. Infatti il ministro Cingolani, senza alcun mandato del Parlamento, ha detto sì al “nucleare nella tassonomia verde EU”. Questa operazione avrà come conseguenza che l’industria nuclearista francese, fortemente indebitata, potrà prendere i soldi dei fondi pubblici europei sulla sostenibilità: una forzatura illogica e non tollerabile. E dato ancor più incredibile è che il ministro ignori il fatto che in Italia ci siano stati ben due referendum che hanno detto chiaramente no al nucleare”.
“Questo è un modo per non intraprendere una politica climatica vera e affossare le rinnovabili. Si ha quasi l’impressione che l’Italia non voglia fare come il governo rosso-verde in Germania, che punta fortemente sulle rinnovabili. Siamo, come iscritti ad Europa Verde, in perfetta sintonia con quanto suggerito dal coportavoce nazionale Angelo Bonelli, estremamente preoccupati per il totale immobilismo delle forze politiche in Parlamento, che tacciono al cospetto di questo golpe energetico voluto dal ministro Cingolani. Invitiamo i vicini di cordata del PD a guardare al governo tedesco, che ha annunciato l’addio al nucleare e punta sul soddisfacimento di almeno l’80% del fabbisogno energetico nazionale da fonti rinnovabili entro il 2030. Chi dice che i reattori – ora – sono più sicuri, sostiene falsità, perché la tecnologia (come dimostrato nei documenti riportati qui sotto) non risolve i problemi di sicurezza e di smaltimento delle scorie”.
“Quando il ministro della Transizione Ecologia Roberto Cingolani parla delle nuove tecnologie nucleari di quarta generazione, in cui non c’è uranio arricchito e acqua pesante per il raffreddamento, e le definisce non mature ma prossime a esserlo, considera “nuove” soluzioni in realtà vecchie di almeno da 20 anni. Va poi considerato che dove non c’è uranio arricchito il suo posto viene occupato dal plutonio, elemento fondamentale dell’industria bellica nucleare, con tossicità e radioattività altissima. Nel 2002, per iniziativa del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti e con la partecipazione di diversi Paesi (fra cui dal 2007 anche l’Italia), fu costituito il GIF (Generation IV International Forum) per lo sviluppo di sistemi nucleari che potessero essere progettati, sperimentati e realizzati a livello di prototipo entro il 2030. È giusto ricordare che quattro delle tecnologie comprese nel cosiddetto GIF ripropongono soluzioni già sviluppate senza successo negli scorsi decenni (MSR, GFR, SFR, VHTR), mentre l’unica effettiva novità è il reattore veloce raffreddato con piombo fuso, LFR, (in realtà prevalentemente moderato con piombo-bismuto), non a caso citato dal ministro Cingolani”.
“Al di là dei dubbi sul futuro di questi progetti, nessuno di loro ha per obiettivo la realizzazione di impianti costruibili in tempi brevi e di taglia contenuta, cioè più funzionali alle condizioni poste dai principali mercati elettrici liberalizzati. Inoltre, i tempi previsti nel 2002 per arrivare alla realizzazione di impianti dimostrativi, sono stati significativamente allungati (fino al 2030) perché si sono dovuti rivedere alcuni criteri alla luce dell’incidente di Fukushima. Mentre la Roadmap 2002 prevedeva il completamento degli impianti dimostrativi SFR e VHTR subito dopo il 2020 e per il 2025 la fine della costruzione di tutti gli altri, la “Roadmap 2013” ha differito al 2030 la scadenza per quattro tecnologie, rinunciando a definire una data per GFR e MSR. Da allora la situazione non è cambiata. Se si esamina il rapporto 2020 del “Generation IV International Forum”, per il reattore raffreddato con una soluzione di piombo-bismuto, identificato come una tecnologia con grande potenziale, si trova una sola data – “nel 2020 l’Accademia delle scienze russa ha esaminato positivamente il progetto di un prototipo e ne ha raccomandato la costruzione” -. senza nessuna scadenza realizzativa. Ma questo non viene citato in sede di Commissione Parlamentare e tanto meno sui media“.
In compenso, sempre sul sito del Forum, sono elencati i seguenti problemi:
– il piombo e il piombo-bismuto, essendo molto densi, aumentano il peso della struttura, richiedono quindi maggiore supporto strutturale e protezione sismica, che portano ad un aumento dei costi dell’impianto;
– mentre il piombo è abbondante e a buon mercato, il bismuto è raro e costoso e un LFR richiederà centinaia di tonnellate di bismuto;
– la soluzione piombo-bismuto è solida solo sotto 123,5 °C, va quindi riscaldata dall’esterno ogni volta che il reattore è fermato, perché solidificandosi può danneggiare il sistema;
– la soluzione piombo-bismuto produce una considerevole quantità di polonio, un elemento altamente radioattivo e molto mobile: ciò può complicare la manutenzione e porre problemi di contaminazione dell’impianto.
“Cingolani ha sostenuto che “nell’interesse del futuro dei nostri figli è vietato ideologizzare qualunque tipo di tecnologia”. Un affermazione discutibile, in quanto tutte le obiezioni ai reattori di IV generazione sono dettati da preoccupazioni fondate a carattere scientifico ed economico. Tecnologia non matura che molto difficilmente riuscirà ad abbattere i costi di costruzione, gestione, trattamento e smaltimento rifiuti radioattivi e di decomissioning. Per esempio, riguardo al problema scorie, ricordiamo che nel 2012 il Governo USA guidato dal Presidente Obama dichiarava fallito il progetto di deposito geologico per i rifiuti nucleari americani di Yucca Mountain. Un impianto di grandi dimensioni che sarebbe dovuto servire per la gestione corretta dei rifiuti nucleari americani. La Presidenza Trump non ha modificato questa situazione e, come è noto, ancora oggi, dopo 70 anni di “sviluppo” nucleare, il Paese che ne ha inventato la tecnologia specifica, non ha una soluzione credibile per le scorie nucleari più pericolose. Il dato incontrovertibile è che nel mondo non è stato risolto il problema dello stoccaggio in sicurezza delle scorie radioattive se non con soluzione tampone che “dovrebbero” resistere a sollecitazioni impensabili per centinaia di migliaia di anni”.
“Ma c’è di più. Al momento attuale, e ancor di più dopo l’accordo Macron/Draghi siglato recentemente a Roma, ciò che viene alla luce è qualcosa di ben più preoccupante. Infatti il ministro Cingolani ha lavorato in questi mesi per sostenere la proposta del governo francese di inserire il nucleare nella “Tassonomia verde UE” avendo come contropartita il sostegno sull’inserimento del gas come fonte energetica rinnovabile e verde. In ballo ci sono i fondi europei della transizione ecologica che verrebbero utilizzati per sostenere l’industria nucleare francese, già fortemente indebitata, e il gas, responsabile di una grossa quantità di emissioni di CO2 in atmosfera fino a un massimo di 650 g CO2 per Kwh. Stabilire che il gas possa essere un’energia sostenibile è una falsità universalmente riconosciuta che serve solo all’ENI per continuare nella sua attività basata sull’estrazione di idrocarburi e ricevere sussidi pubblici grazie alla “tassonomia”. Il nucleare, inoltre, con gli eventi catastrofici e gli incidenti radioattivi che si sono registrati nel mondo, non può essere classificato come energia verde”.
“Su questo punto, come su tutta la vicenda, i sottoscritti (iscritti a Europa Verde) esprimono una fortissima preoccupazione e ricordano che, nel caso in cui si decidesse di inserire queste due fonti energetiche in “tassonomia”, si entrerebbe in contrasto proprio con il “Regolamento UE sulla tassonomia”. In specie riguardo al provvedimento che che tratta specificatamente dell’impossibilità che possano rientrare nella ” tassonomia” energie dannose per l’ambiente. Per queste ragioni appoggiamo e sosteniamo in modo convinto il ricorso (in via di completamento) contro l’eventuale decisione della Commissione ai sensi dell’art.263 del Trattato di funzionamento dell’Unione Europea”.
“Una scelta scellerata che andrebbe ad appesantire ulteriormente una situazione nazionale, in campo di sicurezza nucleare, che incontra difficoltà nell’indicazione del cosiddetto “Sito Nazionale di Stoccaggio Definitivo e in Sicurezza delle Scorie Nucleari”. Scorie, lo ricordiamo, sia di provenienza industriale energetica, sia di origine medico/ospedaliero. Un sito “meno inidoneo possibile” che dovrà trovare nella maturità degli Enti Locali e nella qualità dei sistemi di contenimento, le basi per una sua accettazione ed installazione. E questo solo per il “pregresso”, con spese gestionali e di garanzia di sicurezza che, se fossero state conteggiate al momento della costruzione delle pur poche centrali italiane, avrebbero consigliato uno stop immediato. Giunto comunque con il Referendum del 1987, recentemente replicato. Come sempre siamo disponibili al confronto e disposti a rivedere le nostre posizioni, in presenza di dati oggettivi e inoppugnabile. Non siamo quelli del “no” a prescindere e più volte, con illustri scienziati, universitari di chiara fama e associazioni di settore, abbiamo fornito indicazioni importanti finalizzate alle energie rinnovabili, quelle vere”.