2 Febbraio 2022
15:41
Ravetti (Pd): “Sanità? Liste d’attesa infinite e crisi politiche rendono il sistema insostenibile”
TORINO – “Analizzando il dibattito provinciale alessandrino sulle politiche per la salute noto due fattori necessariamente d’attualità che lo contraddistinguono: la pandemia e la centralità degli ospedali, compresa la realizzazione, del tutto ipotetica, del nuovo ospedale nel capoluogo. Mi pare però doveroso chiedere più attenzione rispetto a priorità che non sono meno importanti“. Inizia così l’analisi di Domenico Ravetti sulla Sanità territoriale, ultimamente molto dibattuta in provincia.
In particolare l’esponente dem in Regione fa riferimento “alle liste d’attesa del sistema sanitario pubblico contraddistinte da tempistiche sempre più lunghe sia per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, sia per le moltissime esigenze chirurgiche, alle quali associo la non più rinviabile definizione di una offerta più efficace di prestazioni socio sanitarie domiciliari e territoriali”.
Ravetti sostiene che “sul fronte critico e ampiamente migliorabile di tutto ciò che riguarda la salute e che non è ospedale dovrebbe essere noto ormai a tutti che l’articolato sistema sociosanitario è in difficoltà, in particolare pare subire una crisi molto aggressiva l’offerta residenziale pubblica. Per questo, da tempo, ho maturato la convinzione che il modello debba essere trasformato e adeguato in modo da rispondere alle esigenze di un bisogno sanitario che la pandemia ha profondamente modificato“. Ecco che, per il consigliere regionale risulta “chiaro che per fare questo non può bastare una singola azione, tuttavia, si possono compiere atti concreti: per esempio alcuni anni fa mi sono convinto a promuovere una legge sulle trasformazioni delle ex Ipab piemontesi e, in questi ultimi anni, ho chiesto scelte precise all’attuale maggioranza al governo della nostra Regione circa la programmazione delle politiche sociali e sanitarie che riguardano proprio un destino differente per la domiciliarità e per la residenzialità”.
Ravetti chiude augurandosi che “si comprenda la necessità di compiere urgentemente delle scelte che, nel concreto, sappiano soddisfare i bisogni di una popolazione sempre più anziana e pluripatologica che non può e non deve essere dimenticata, e nemmeno orientata a cercare rifugio negli ospedali come se questi fossero la sola scorciatoia possibile”.