Autore Redazione
martedì
8 Marzo 2022
13:49
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Politica - Alessandria

Ravetti e Canalis (PD): “Fare chiarezza sulle azioni per arginare la peste suina africana”

Ravetti e Canalis (PD): “Fare chiarezza sulle azioni per arginare la peste suina africana”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Il Consigliere regionale del Pd, Domenico Ravetti, e la Vicepresidente della III Commissione del Consiglio regionale, Monica Canalis, hanno fatto proprie le preoccupazioni dei sindaci dei territori piemontesi interessanti dal problema della peste suina africana e dalle misure per contenere la diffusione della malattia. “Qualche giorno fa – ha dichiarato il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti – è stato illustrato da alcuni esponenti della Giunta regionale il progetto per realizzare una maxi recinzione lunga circa 270 km intorno all'”area infetta”, recinzione che, secondo le intenzioni, dovrebbe contenere la diffusione della malattia e in merito alla realizzazione della quale faccio mie le preoccupazioni dei Sindaci dei territori interessati che hanno chiesto informazioni e rassicurazioni in merito ai costi di realizzazione, di manutenzione, alla scelta del tracciato e, in particolare, all‘effettiva efficacia.

Per fare chiarezza sulla gestione del contrasto alla diffusione della malattia che coinvolge oltre la Regione, l’Unione Europea, i Ministeri competenti e moltissimi Enti Locali – prosegue il Consigliere Pd – è stata convocata, per giovedì prossimo, una seduta della III Commissione del Consiglio regionale per audire il direttore dell’Istituto Profilattico regionale, nominato recentemente Commissario straordinario per il contrasto alla diffusione della PSA. Vogliamo, infatti, poterci confrontare sul tema e capire che cosa è stato previsto per arginare questo morbo che sta piegando le nostre attività produttive“.

Da anni – afferma la Vicepresidente della III Commissione del Consiglio regionale Monica Canalissollecitiamo un intervento più serio per contenere gli ungulati. I cinghiali in sovrannumero, infatti, possono diventare un veicolo della peste suina africana verso i suini da allevamento e un’ulteriore propagazione della malattia avrebbe gravissimi contraccolpi sulle 3.000 aziende piemontesi impegnate nel settore zootecnico suinicolo“.

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