8 Aprile 2022
17:16
Peste suina, Cirio: “Emergenza che a Roma qualcuno sottovaluta. Fossimo al Sud non sarebbe successo”
ACQUI TERME – Nel primo giorno utile dopo il sì del Parlamento alla legge, la giunta ha approvato il piano regionale contro la Peste Suina. “Fino a ieri il Commissario straordinario Ferrari non aveva un euro da spendere” ha sottolineato il presidente Alberto Cirio in un confronto con gli allevatori della provincia ad Acqui Terme “si tratta di una emergenza totale che qualcuno a Roma sta sottovalutando. Se il problema fosse emerso al sud non sarebbe successo questo. Noi siamo abituati a rimboccarci le maniche e risolvere il problema ma ora non vogliamo essere lasciati soli. In attesa dell’intervento del Governo, come regione abbiamo già stanziato 3 milioni di euro per i ristori agli allevatori costretti ad abbattere i suini, oltre a 1.8 milioni agli altri allevatori. Europa e il Governo ci impongono di costruire questa rete per contenere la diffusione del virus. Noi ci assumiamo la responsabilità 3 chiederemo la deroga al piano paesaggistico per fare bene e fare in fretta. Inoltre occorrerà contenere la fauna selvatica anche nella zona rossa, serve buon senso. Abbiamo dovuto insomma anticipare ciò che a livello nazionale è stato definito solo ieri con lo stanziamento dei primi 10 milioni di euro, che serviranno a creare una rete di contenimento per bloccare il passaggio dei cinghiali infetti dall’area rossa a quelle non contaminate e agli indennizzi per le nostre aziende che dopo le conseguenze del covid, della guerra e dei rincari dell’energia e delle materie prime si trovano adesso a fronteggiare questa nuova emergenza e non possono essere lasciate sole”.
“Finora abbiamo abbattuto 3 mila suini sani, solo perché erano nella zona infetta” ha rimarcato l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa “sono 1 milione e 300 mila i capi da salvare. La direttrice della rete dovrebbe essere sulla Acqui-Sassello. Oggi finalmente abbiamo un decreto e anche delle risorse: se potrà servire per fare in modo che tutte le restrizioni attualmente in campo possano progressivamente essere eliminate avremo fatto un passo avanti. Il decreto dice che dobbiamo erigere una recinzione, a questo punto scatta la disponibilità degli amministratori a collaborare per posizionarla nel modo migliore possibile. Il virus si sposta di un chilometro alla settimana. Occorre tempismo, sono già passati due mesi: mi auguro che il Commissario per l’emergenza abbia davvero tutti i poteri che servono per agire in tempi rapidi”.
“Oggi la filiera suina ha perso il 30% del valore delle carni” ha rimarcato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi “abbiamo scongiurato il rischio di passaggio da virus selvatico a virus domestico. L’epidemia causata dal virus della Peste suina africana nella popolazione di cinghiali, pur non avendo un impatto sulla salute pubblica, rappresenta un’emergenza sanitaria con un forte impatto economico e di immagine sul sistema Piemonte, oltre che con ricadute sull’economia dell’intero Paese a causa dei blocchi commerciali messi in atto dai Paesi terzi nei confronti dei prodotti alimentari italiani. In linea con le indicazioni nazionali e internazionali, l’Assessorato della Sanità ha svolto sino ad oggi un ruolo operativo e di coordinamento delle attività per il controllo dell’epidemia, impegnandosi a ristorare nel più breve tempo possibile i danni legati all’abbattimento e distruzione dei suini per motivi sanitari”.
“Come Regione approveremo l’esclusione degli allevatori della zona rossa dal pagamento della tassa di successione” ha aggiunto Fabio Carosso, vicepresidente della Regione “da lunedì, inoltre, partirà un tavolo tecnico politico di coordinamento dedicato al tema della peste suina e della costruzione della barriera”.