14 Settembre 2015
08:33
Giovanni Barosini: “si alle telecamere in città”
ALESSANDRIA – Riceviamo e pubblichiamo una lettera del consigliere comunale alessandrino di Area Popolare, Giovanni Barosini, sull’utilizzo delle telecamere in città per combattere il degrado e aumentare la sicurezza dei cittadini.
“La distanza tra amministrazione pubblica e cittadini si manifesta con la differente percezione dei reali problemi. A volte basterebbe un po’ d’impegno, buon senso e soprattutto sensibilità per risolvere questioni importanti, per noi tutti.
Tra queste si pone la sicurezza che rimane un’emergenza costante. Sicurezza intesa in nella sua accezione più ampia: come sorveglianza delle strade e delle abitazioni contro la micro-criminalità, ma anche sicurezza ambientale contro inquinatori di ogni tipo. Far andare i ragazzi a scuola senza preoccupazioni, per non parlare dell’igiene e del decoro pubblico. Una città sicura è più attraente per visitatori e magari anche turisti (non dimentichiamo che che abbiamo la Cittadella, Marengo Museum, il Museo del Cappello Borsalino …), così pure per chi vuole investirci in iniziative economiche ed occupazionali.
Ad Alessandria questi sembrano sempre aspetti secondari, che in concreto non vengono concretamente affrontati.
Esistono nelle vie cittadine telecamere mai utilizzate pienamente, con un contenuto investimento si potrebbe attivare un costante ed efficace controllo. La tutela della privacy di certo non è un problema per chi non ha cattive intenzioni, mentre lo sarebbe per altri.
Per questo chiedo di attivare immediatamente un piano integrato che identifichi le emergenze che sono alla base del degrado cittadino e ne preveda rapidamente le soluzioni.
Invece la percezione di tutti i cittadini è che si pensi a tutto tranne che alle questioni fondamentali. Esorto tutti coloro che hanno una qualche responsabilità in merito, a prescindere da qualsiasi ruolo e stantìa posizione politica, ad attivarsi per un cambio effettivo e risolutivo.
Solo così usciamo da un dissesto che non è solo una questione di conti e numeri, ma di emergenza sociale”.