14 Settembre 2015
22:00
Gruppo Amag: dopo il consolidamento si pensa in grande
ALESSANDRIA – Scampata la burrasca ora il Gruppo Amag può affrontare il mare aperto. Con questa similitudine è stato illustrato il passato e il futuro dell’azienda alessandrina che intende intraprendere nuove sfide e crescere ancora. Amag S.p.a, azienda a proprietà pubblica partecipata con socio di maggioranza il Comune di Alessandria, vuole essere una “industria vera e produttrice di servizi – ha spiegato l’amministratore delegato Mauro Bressan. L’intenzione è di produrre buone pratiche aziendali“. Una ambizione che arriva oggi dopo che “per 18 mesi si è provveduto a riorganizzare il gruppo e a svolgere una normale attività industriale che qualsiasi manager ha il dovere di fare. Siamo partiti da una insufficienza gravissima e siamo arrivati a questo obiettivo che rappresenta un punto di partenza“. Questo lavoro ha comunque prodotto un risultato importante, illustrato lunedì pomeriggio, e cioé la promozione del gruppo Amag in area di solvibilità con rating B1.2, un traguardo che ha riconosciuto il “processo di miglioramento finanziario e di rafforzamento del busness che il nuovo cda sta perseguendo“.
Il Presidente del Gruppo, Stefano De Capitani, ha delineato proprio questo nuovo solco che l’azienda intende seguire, basato sul concetto di “efficienza“. “Vorremmo che Amag rappresentasse un esempio positivo – ha spiegato De Capitani. Il rating presentato ha questo significato: ottenere uno standard certificato che testimoni la credibilità di questa azienda e ci porti a riguadagnare una fiducia che nel passato ci è stata tolta“.
Il gruppo intende ora procedere con l’opera di risanamento e contemporaneamente avviare un percorso di crescita che preveda anche movimenti sul territorio nazionale. Una strategia che poggerà su tre pilastri. Innanzitutto il ‘Progetto grande Amag’ che include, “sotto un’unica regia societaria, tutte le attività di servizi pubblici locali, in modo da realizzare le migliori sinergie industriali e finanziarie. Portare tutto sotto un’unica capofila dá valore a tutto e consente una governanc più chiara. Da qui la scelta di entrare nella filiera dei rifiuti con l’acquisizione di Amiu e l’ingresso nelle attività del teleriscaldamento. Siamo pronti a partecipare a questa gara e riteniamo di poter portare valore al comune. Siamo anche pronti alla gara distribuzione del gas quando il Comune la bandirá“.
L’impegno del cda è anche quello di “dare maggiore voce e rappresentanza ai comuni più piccoli, azionisti di Amag e utilizzatori dei servizi e per questo il modello di riorganizzazione cui stiamo lavorando dá voce anche a loro“.
Il secondo pilastro sarà fondato sull’apertura a nuovi soci. “L’ultimo orientamento governativo propone – ha aggiunto De Capitani – la presenza minoritaria del privato nelle partecipate, si parla del 40%. Si vuole che le società pubbliche restino nel pubblico ma si vuole anche capitale privato. Per questo dobbiamo essere sani e per questo abbiamo compiuto questo percorso che ha portato al rating positivo. Questo vuol dire attrarre nuovi investitori, mantenendo le leve del controllo“.
Il terzo pilastro sarà quello dell’apertura del mercato: “uscire dalle gestioni inhouse e affrontare la concorrenza. L’azienda deve essere pronta per fare questo passo. Se guardiamo all’azienda tra qualche anno noi immaginiamo una Amag organizzata con una capogruppo con 5-6 attività di filiera. La holding che accentra tutti i servizi comuni e non disperde risorse. In questa nuova realtà ci saranno più soci e Amag parteciperà e avrà partecipato a più gare. Questa idea dovrebbe lanciare Alessandria sul piano nazionale dal punto di vista di ammodernamento delle aziende e delle partecipate“.
Il futuro ambizioso delineato da De Capitani è stato caldeggiato anche dal sindaco di Alessandria, Rita Rossa, che ha rimarcato la volontà “che Amag giochi un ruolo anche fuori dall’Alessandrino. Oggi ci sono obiettivi che abbiamo raggiunto, tappa necessaria per ridare slancio alla città. Abbiamo le idee chiare. Abbiamo bisogno di buttare il cuore oltre l’ostacolo tutti insieme. Le nostre partecipate le vogliamo collocare in una prospettiva di futuro dopo averle salvate. Dobbiamo attirare capitali privati senza che queste prospettive siano una diminuzione rispetto al futuro delle nostre aziende.”
Il disegno futuro dell’azienda ha raccolto i consensi di Sandro Baraggioli, Presidente di Confservizi Piemonte-Valle d’Aosta, del Segretario Generale della Camera di Commercio, Roberto Livraghi, del Direttore di Confindustria, Fabrizio Riva e infine del giornalista del Sole 24ore, Fabio Pavesi. Quest’ultimo ha sottolineato il paradosso positivo di Alessandria, capace di “scelte coraggiose” e necessarie, e purtroppo ancora isolate visto quanto accade altrove. “Parlando di Amag – ha spiegato Pavesi – mi viene in mente l’Atac di Roma (azienda di trasporti della capitale ndr). Amag dopo due anni di perdite ha fatto due anni di utile e questo giustifica un rating di solvibilità. Atac invece ha perso, solo dal 2007 al 2013, un miliardo e duecento milioni. Mi chiedo dove sia stata l’amministrazione pubblica in questo caso. Una azienda pubblica deve chiudere in pareggio, fornire servizi di qualità. Su ottomila aziende pubbliche in Italia ancora oggi un terzo chiude in perdita. Questo è un problema che dovrebbe interessare i cittadini. Quando penso ad Alessandria penso a un paradosso, all’operazione di trasparenza contro quello che dovrebbero fare molti altri comuni.”
Adesso per Amag “dopo il consolidamento – ha aggiunto Bressan – può immaginare grandi progetti. La nostra barca ha superato la linea d’ombra e dovrà affrontare il mare aperto”.