14 Luglio 2022
18:53
Governo, Ravetti (Pd): “In tempo di crisi la via maestra è ricomporre l’attuale maggioranza col M5S”
ITALIA – Il consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti ha commentato la crisi di Governo. “Ho ascoltato il dibattito in Senato sulla fiducia al Governo presieduto da Mario Draghi. Oggetto della fiducia era il cosiddetto “decreto aiuti” o meglio definito come decreto-legge “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina”. Il testo prevede interventi di sostanza socioeconomica non marginali e la richiesta del voto – di fiducia – oltre ad essere nella tecnica legislativa una modalità per abbreviare i tempi della discussione, è una non secondaria richiesta di palese condivisione politica, almeno sugli indirizzi generali del provvedimento. L’assenza in Aula del M5S sul voto di fiducia ora apre “una questione” di natura politica che viene prima della fiducia stessa ottenuta dal Governo Draghi” le parole di Domenico Ravetti.
“Siamo ad un bivio con alcune strade percorribili, provo ad elencare le tre che a me paiono già tracciate a terra. La via maestra in tempo di crisi (pandemica, economica, energetica, sociale, del debito pubblico, ambientale, migratoria, del conflitto bellico alle nostre porte) è quella della correzione della rotta del Governo in modo tale da ricomporre l’attuale maggioranza parlamentare e soddisfare le linee programmatiche disattese (secondo il M5S). Una correzione di rotta che consenta una navigazione almeno fino al porto delle prossime elezioni in agenda nella primavera 2023. La seconda via è quella di un Governo che mantiene la rotta prestabilita da Draghi con un “appoggio esterno” garantito dal M5S con i parlamentari che, in linea di massima, votano a favore in base ai provvedimenti presentati”.
“La terza via è il ritorno alle urne con questa legge elettorale in autunno perché Draghi rifiuta l’appoggio esterno, oppure perché lo rifiuta il resto della maggioranza o, ancora, perché a prescindere dalla volontà del M5S non esistono più le condizioni generali per continuare. Se il Parlamento decidesse di percorrere questa strada potrebbe farlo, per carità. Nel caso, mi domanderei con quali serie giustificazioni il PD potrebbe presentarsi agli elettori in coalizione con il M5S. Ma questa è tutta un’altra storia”.