30 Settembre 2015
08:22
Riforma sanitaria: “i tagli alla rete psichiatrica sono un azzardo intollerabile”
PROVINCIA – Anche l’Associazione per la Lotta contro le Malattie Mentali Onlus e la DI.A.PSI. Piemonte, portavoce di un Coordinamento di 21 Associazioni di pazienti psichiatrici e famigliari del Piemonte, si sono scagliate contro la riorganizzazione della rete sanitaria piemontese e in particolare sui “tagli” alla rete territoriale dei servizi psichiatrici. La creazione di un unico Dipartimento per le province di Asti e di Alessandria per le associazioni di pazienti psichiatrici e dei loro famigliari costituisce infatti “un azzardo intollerabile” per gli utenti dei servizi. Unificare “d’ufficio” realtà diverse e distanti, hanno spiegato, rischia di far scomparire esperienze di grande qualità e incidere “pesantemente” sui percorsi di cura e riabilitazione territoriali di molti pazienti.
Di seguito il comunicato integrale inviato dal Presidente ALMM Onlus, Barbara Bosi, e dal Presidente DI.A.PSI. Piemonte, Graziella Gozzellino.
“I servizi di Salute Mentale rivolti ai Cittadini del Piemonte continuano ad essere pesantemente colpiti dai tagli alla Sanità. Dopo la pubblicazione della DGR n. 30 di riordino dei Servizi Residenziali Psichiatrici che, come in più occasioni segnalato dalla Associazioni, metterà pesantemente a rischio i percorsi di cura e riabilitazione territoriali di molti pazienti, l’approvazione dei Piani Aziendali avvenuta in questi giorni ci pone nuovamente di fronte ad incomprensibili tagli della rete territoriale dei servizi psichiatrici. Un unico Dipartimento di Salute Mentale per le province di Asti e di Alessandria costituisce un azzardo intollerabile per gli utenti dei Servizi e le loro famiglie.
Vorremmo conoscere le ragioni che sostengono la scelta di affidare ad un unico Dipartimento la salute di circa 700.000 persone, distribuite su un territorio di rilevanti dimensioni, mentre a Torino si fanno scelte completamente opposte riproponendo una Psichiatria Piemontese Torino-centrica.
Nel per niente entusiasmante panorama della salute mentale piemontese, il DSM di Alessandria ha da tempo adottato un modello di lavoro, in particolare per l’area della riabilitazione, snello, innovativo ed economico nonché di grande efficacia, forse da valorizzare ed esportare in altri territori. Unificare “d’ufficio” realtà diverse, distanti e con modelli di lavoro eterogenei rischia di far scomparire esperienze di grande qualità.
La miopia della programmazione preferisce mantenere una struttura complessa ospedaliera, che in psichiatria non ha alcuna rilevanza, anziché rinforzare il territorio, che viene anzi privato di un elevatissimo numero di strutture.
Come faranno gli utenti a esser seguiti con cura e capillarità, se persino il personale per fare una semplice riunione dovrà fare fino a due ore di macchina?
La territorializzazione del Servizi di Salute Mentale ha rappresentato, con la chiusura degli Ospedali Psichiatrici, un processo straordinariamente innovativo, ponendo il nostro Paese all’avanguardia nel rifiuto dell’Istituzione Totale e del controllo sociale in essa attuato, contrapponendo un modello centrato sul reinserimento sociale delle Persone colpite da disagio psichico.
Le scelte di questi ultimi mesi e la deriva verso cui la cura e la riabilitazione psicosociale stanno scivolando in tante parti del nostro territorio, rappresentano indubbiamente una pericolosa involuzione e la perdita di valori faticosamente conquistati dalle lotte di chi, nemmeno molti anni or sono, ha creduto che i pazienti psichiatrici fossero Persone a cui restituire dignità, diritti e servizi accessibili sul proprio territorio di appartenenza”.