21 Dicembre 2022
10:52
Ravetti suona la sveglia al PD: “O siamo motore del cambiamento o saremo niente”
PIEMONTE – Il ragionamento di Domenico Ravetti sul futuro del Partito Democratico e sul suo ruolo è crudo e schietto. In una lunga riflessione il consigliere regionale del Piemonte invita il partito a “essere il motore del cambiamento altrimenti il Pd sarà niente“. Sono molte, spiega, le questioni da affrontare e risolvere e non c’è tempo da perdere. Le vicende politiche, i ruoli, le cariche, aggiunge, diventano marginali rispetto a tutto il resto e quindi Ravetti esorta il Pd provinciale a organizzare una “grande conferenza programmatica territoriale per rimettere al centro i problemi delle persone che qui vivono, lavorano, studiano“. Di seguito la sua riflessione:
“Mettiamo in fila le grandi questioni che riguardano il territorio provinciale alessandrino: gli ospedali, le liste d’attesa per visite ed interventi, la mancanza di medici di famiglia, l’assistenza domiciliare agli anziani, le case di riposo, i dati locali della disoccupazione o dei salari troppo bassi o della precarietà del lavoro, il piccolo commercio in crisi e i giovani professionisti che faticano, il trasporto pubblico ferroviario, l’abbandono dei territori periferici, il problema degli ungulati e della peste suina africana, il pessimo stato di parte del patrimonio immobiliare delle “case popolari”, il dissesto idrogeologico, le pessime posizioni in cui ci troviamo nelle classifiche italiane sulla qualità dell’ambiente e della vita in genere, i dati del consumo del suolo. Mi fermo qui.
È sufficiente leggere e rileggere questo elenco per rendersi conto della mole delle sfide e di quali margini di miglioramento siano a disposizione.
Ecco appunto che torna il tema del cambiamento e del protagonismo delle forze politiche che possono interpretarlo, che è un fronte diverso rispetto alla discussione che la mia forza politica, il PD, rischia di apprestarsi a fare nel suo congresso regionale e nazionale.
Io non credo sia ragionevole impegnarsi solo, o principalmente, nella solita divisione per aree politiche a sostegno di qualche candidata/o.
Aggiungo, penso sia sbagliato dividerci con ossessione nella discussione congressuale sui bisogni dei possibili alleati che, ad essere sinceri, hanno manifestato in taluni casi più dedizione alla messa in mora del nostro partito che alla costruzione di un’alternativa sociale politica e poi elettorale alla destra.
Penso al contrario che in questa provincia il PD, il partito che dovremo meglio definire in questo congresso, dovrebbe costruire la sua identità sulle grandi questioni territoriali posizionandosi nel dibattito come principale motore del cambiamento necessario.
La destra unita è al governo del Paese e da anni è alla guida del Piemonte, oltre che della provincia di Alessandria. A rileggere ancora una volta l’elenco sopra riportato si capiscono le ragioni di fondo che dovrebbero indurci ad organizzare meglio il cambiamento almeno in Piemonte e in provincia di Alessandria.
Quindi, oltre a pensare agli intrecciati rapporti con il regionale e con il nazionale, come PD provinciale faremmo bene ad utilizzare questo tempo per organizzare una grande conferenza programmatica territoriale per rimettere al centro i problemi delle persone che qui vivono, lavorano, studiano. Lo sostengo da mesi, lo ribadisco oggi”.