Autore Redazione
martedì
20 Ottobre 2015
22:00
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Politica - Piemonte

Posta a giorni alterni: Anci Piemonte e 41 Comuni piemontesi  ricorrono al Tar

Posta a giorni alterni: Anci Piemonte e 41 Comuni piemontesi  ricorrono al Tar

PIEMONTE – Anci Piemonte e 41 comuni della regione hanno unito le forze contro la delibera dell’Agcom che ha autorizzato Poste Italiane a recapitare la corrispondenza a giorni alterni. I sindaci, sostenuti dall’Associazione Italiana Comuni Italiani, hanno presentato ricorso al Tar del Lazio per ottenere la sospensione in via cautelare e successivamente l’annullamento della delibera che già dallo scorso 1 ottobre ha colpito 90 comuni piemontesi, distribuiti tra alessandrino, astigiano e cuneese.

Il maggior numero di sindaci che ha sottoscritto il ricorso al Tar, in totale 20, è proprio della provincia di Alessandria (Alfiano Natta, Balzola, Borgo San Martino, Camino, Cereseto, Cerrina, Coniolo, Frassineto Po, Gabiano, Mombello Monferrato, Morano sul Po, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Ozzano Monferrato, Pontestura, Ponzano, Sala Monferrato, Serralunga di Crea, Solonghello, Villamiroglio).

Nutrito è però anche il fronte astigiano, con 12 comuni pronti a dare battaglia al Tar (Calliano, Casorzo, Castagnole Monferrato, Cerro Tanaro, Grana, Moncalvo, Montemagno, Piovà Massaia, Robella, Rocchetta Tanaro, Scurzolengo, Tonco) cui si aggiungono anche i 9 sindaci dei territori del cuneese (Argentera, Demonte, Entracque, Gaiola, Limone Piemonte, Pietraporzio, Roccasparvera, Sambuco, Valdieri). A

dare battaglia al Tar per conto dei 41 sindaci piemontesi saranno gli avvocati Paolo Scaparone e Jacopo Gendre di Torino e metà delle spese legali saranno sostenute proprio da Anci Piemonte. Nella delibera dell’Agcom, approvata quattro mesi fa, gli avvocati Scaparone e Gendre hanno ravvisato ”numerosi elementi di illegittimità”. Anzitutto chiedono al giudice di sospendere l’atto poiché ritengono il dimezzamento del servizio postale universale “gravemente lesivo dei diritti e degli interessi delle collettività”, con il risultato di creare “Comuni di serie A e Comuni di serie B”. Questa richiesta trae origine dalla considerazione che “le misure – recita il ricorso – che riorganizzano un servizio complesso, quale è il servizio postale universale, e che interessano numerosi uffici, una volta avviate difficilmente, anche in caso di esito giudiziario favorevole, sono fatte cessare e comunque la loro rimozione dà luogo a disagi, specie per l’utenza”.

Tra agli aspetti di illegittimità sollevati nel ricorso al Tar si sottolinea come “i criteri stabiliti dal provvedimento impugnato non individuano affatto Comuni aventi ‘particolari situazioni infrastrutturali e geografiche’, le quali solo giustificano la riduzione eccezionale del servizio postale universale”.

I consulenti legali dell’Anci Piemonte, inoltre, sostengono che “la nuova conformazione del servizio postale universale viola il principio di proporzionalità alla stregua del quale l’amministrazione deve assumere la decisione migliore con il minor sacrificio possibile per gli interessi privati” e segnalano che sulla delibera di Agcom, che autorizza “uno stravolgimento del servizio universale”, manca il pronunciamento obbligatorio della Commissione Europea.   

“Le comunità piemontesi coinvolte appartengono a paesi spesso di limitate dimensioni – ha sottolineato il Presidente di Anci Piemonte Andrea Ballarèin cui le Poste non solo svolgono un ruolo essenziale, ma rappresentano ormai, per tante realtà, l’unico servizio ancora attivo. Essere riusciti a mettere insieme, in sole due settimane, 41 Comuni è un risultato importante. Non si tratta di una class action, ma di un preciso segnale a Poste Italiane: chi è abituato come noi sindaci ad amministrare, non dice no preconcetti. Ma sul piano di revisione postale non siamo mai stati sentiti e non abbiamo potuto discutere per cercare di rivedere logiche che non fossero unicamente industriali”. 

“I 1.043 comuni piemontesi sotto i 5000 abitanti – ha poi aggiunto Gianluca Forno, vice presidente e coordinatore regionale dei piccoli comuni e Unioni di Anci Piemonte – rappresentano circa il 20% di tutti i piccoli comuni italiani: anche per questo quello che parte dal Piemonte è’ un segnale di attenzione importante da parte della nostra Associazione. Difendere gli interessi delle cosiddette aree interne (o extra urbane) equivale a tutelare i 2/3 del territorio e oltre 1/3 della popolazione italiana. Ciò premesso, l’Anci sarà sempre pronta a discutere seriamente di riorganizzazioni e razionalizzazioni e, al contempo, a schierarsi a fianco dei Comuni contro provvedimenti come questo“.

 

 

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