4 Aprile 2023
11:08
Crisi delle Terme, M5S e lista La nostra Acqui: “Guardare avanti, imparando dal passato”
ACQUI TERME – “Guardare avanti, imparando dal passato“. Questa la posizione del Movimento 5 Stelle e della lista civica “La nostra Acqui” rispetto alla delicata situazione delle Terme di Acqui, il giorno dopo l’annuncio della riapertura a settembre e non a maggio.
“A qualche giorno dalle infauste notizie sulle Terme di Acqui, il MoVimento 5 Stelle vede la necessità di intervenire nel dibattito su questa ormai annosa problematica. Abbiamo letto numerosi articoli e interventi, molte affermazioni corrette, altre decisamente meno; a noi preme innanzitutto specificare che, malgrado si fossero immediatamente palesate difficoltà di comunicazione con la Proprietà e soprattutto fosse subito emersa l’impossibilità di comprenderne i progetti (condizione indispensabile per poter individuare un cammino di possibile collaborazione), abbiamo tentato ogni via di dialogo tenendo presenti gli interessi della collettività e dei lavoratori. A noi, appena insediati e molto prima delle ormai famose cause, arrivarono le richieste di ascolto dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali, a cui seguirono riunioni e Commissioni; evidenziamo anche che ci fu chi visse questa crisi per molti mesi nella duplice veste di Consigliere Comunale e Assessore Regionale, quindi è implicito che i vertici della Regione fossero sempre informati degli eventi. Ci pare poi fondamentale ricordare come il coinvolgimento delle istituzioni nella crisi della società termale non sia una soluzione innovativa di questa Giunta comunale: infatti il Sindaco Lucchini convocò i rappresentanti di Terme di Acqui già nel giugno 2021 in Prefettura ad Alessandria, al cospetto di tre Assessori regionali. In quell’occasione, almeno, ci si poté confrontare e non leggere una lettera asettica” hanno sottolineato il consigliere regionale pentastellato Sean Sacco ed Elena Trentini.
“La Giunta Cinquestelle guidata da Lorenzo Lucchini, preso atto della difficile collaborazione con TdA e preoccupata del costante declino dell’assetto, ha cercato di individuare soluzioni alternative, non troppo dissimili per la verità da quelle che l’imprenditore Lulani ha esposto la scorsa settimana nella Sala del Consiglio, volte all’individuazione di altri punti di presa delle acque termali per poter superare lo stallo che la situazione di monopolio di fatto in capo a TdA è venuta a creare; questa iniziativa è stata immediatamente osteggiata da TdA che ha intentato una causa nei confronti del Comune di Acqui in merito ai diritti sulle acque dello Stabilimento Terme Militari, causa che il Comune ha vinto. Successivamente è stata addirittura la Corte dei Conti a invitare il Comune a tutelarsi nelle sedi opportune rispetto all’atteggiamento di TdA. Infine fu ancora TdA a intimare al Comune di accettare un’offerta (inaccettabile) per la liquidazione delle quote o di far valere le ragioni del Comune in tribunale. Per questo motivo non regge la favola dell’Amministrazione persecutrice”.
“Oggi, preso atto che le cose sono molto meno facili di come qualcuno pensava, vengono prospettate nuove battaglie legali e si parla di revoca delle concessioni; quando si rappresenta un Ente pubblico non si può cedere all’emotività neanche se, come in questo caso, le giustificazioni per inalberarsi non mancano sicuramente: le cause sono certamente da considerare sempre come “ultima ratio”, ma a volte rappresentano anche “l’unica ratio”. La cosa importante in questi casi è che si cerchi, con grande pragmatismo, di valutare con la massima attenzione quali sono i pro e i contro, quali gli obiettivi realisticamente raggiungibili e con quali conseguenze. Agli acquesi, alle famiglie dei lavoratori del comparto e agli hotel che vivono delle acque termali, mai come adesso servono i fatti; si faccia tutto il possibile per salvare la stagione e, parallelamente, si deliberi un progetto di ampio respiro che, per passi successivi, concreti e realisticamente ottenibili nel medio-lungo termine, possa portare Acqui fuori da questa situazione determinata dalla più scellerata e superficiale privatizzazione che si potesse immaginare. Più progettualità e meno fiducia su taumaturgiche soluzioni offerte da amici e partner politici”.
“Riteniamo propositivamente di poter fare un appello al Sindaco Rapetti; in questi mesi il suo tentativo di avvicinamento alla proprietà di TdA non ha certo raggiunto l’effetto sperato, per cui deve dare atto alla precedente Giunta di non aver preso proprio lucciole per lanterne: per questo lo invitiamo anche a valutare con grande scrupolosità la sua posizione sui contenziosi aperti dalla precedente Amministrazione. Dopo la rinuncia all’appello sull’impugnazione del bilancio 2020, rimane in piedi solo la causa per la determinazione del valore delle quote del Comune. Non è possibile accettare una valutazione delle quote a meno della metà del valore di acquisto e basata unicamente su una stima effettuata da Finsystem! Gli chiediamo inoltre di accelerare sulla concessione delle acque di Terme Militari, le carte sono pronte da tempo ed è inutile attendere. Con grossi investitori interessati è d’obbligo procedere celermente. Fatte tutte queste considerazioni basate su fatti oggettivi, vorremmo ora veder rimandare ad altri tempi ogni polemica, e concentrare seriamente tutte le attenzioni sulle prossime azioni da intraprendere in questo spinosissimo caso, chi vi ha preceduto è pronto a collaborare per il bene della città, dei lavoratori, dell’intero comparto turistico e commerciale della città”.