Autore Redazione
martedì
9 Maggio 2023
05:45
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Politica - Alessandria

Da Arlenghi (Azione) sì all’area Pam per il nuovo ospedale che “avrebbe meno impatto rispetto al polo logistico”

Da Arlenghi (Azione) sì all’area Pam per il nuovo ospedale che “avrebbe meno impatto rispetto al polo logistico”

ALESSANDRIA – Il capogruppo di Azione Alessandria in consiglio comunale, Massimo Arlenghi, ha firmato un ordine del giorno in difesa della sanità pubblica. L’esponente della maggioranza ha invitato il sindaco Abonante e il Consiglio Comunale, a chiedere alla Regione, al Governo, al Parlamento e al Ministero della Sanità di porre in essere “progetti concreti e azioni positive per rimediare alla drammatica situazione in cui si trova la Sanità pubblica nazionale e quella regionale in Piemonte, per garantire a tutti i cittadini, anche quelli che non possono permettersi di rivolgersi alla sanità privata, uno standard di servizi sanitari adeguati e nel rispetto della loro dignità e dei fondamenti della nostra Costituzione”.

Rispetto al tema del nuovo ospedale, inoltre, Arlenghi ha precisato di aver aderito alla mozione del collega di maggioranza, Gianni Ivaldi, nella quale si sollecita affinché si arrivi quanto prima all’individuazione di un’area idonea. “Una occasione che la città non può e non deve perdere. L’area Pam proposta dal sindaco Abonante è sicuramente una soluzione ben servita dalle arterie stradali. Se non necessita di grandi opere per la messa in sicurezza, si proceda senza indugi” ha detto Arlenghi “fui molto contrario all’insediamento del Pam in quella zona ma l’impatto di una struttura ospedaliera è decisamente minore in termini di traffico e inquinamento da parte di mezzi pesanti. L’impatto sulla vivibilità del quartiere sarebbe sopportabile, anche a fronte delle ricadute positive che può avere sulla zona in questione in primis ma anche sul resto della città. Ritengo che la struttura debba sorgere quanto più possibile vicino alle arterie stradali principali. Non dobbiamo però dimenticare che occorrerà trovare delle soluzioni per convertire l’attuale Sant’Antonio e Biagio in qualcos’altro, non possiamo permetterci di avere nel cuore della nostra città un’altra “scatola vuota” che diventerebbe teatro di occupazioni abusive furti e degrado, come già avvenuto per altri luoghi abbandonati della città come la Caserma Valfrè”.

“Tre anni dopo l’inizio della pandemia di Covid, la situazione della nostra sanità è addirittura peggiorata, il nostro territorio è abbandonato a sé stesso ha sottolineato il segretario provinciale di Azione nell’ordine del giorno “dopo aver celebrato dai balconi gli infermieri come i nostri “angeli” e definito i medici in prima linea “eroi”, siamo vicinissimi al punto di collasso. E questo Governo ha tradito ogni speranza di investimento sulla sanità non riuscendo neppure a coprire i maggiori costi derivanti dall’inflazione. Nell’Italia del 2023 le persone si indebitano per circa 50 miliardi di euro pur di evitare lunghissime liste d’attesa che producono ritardi spesso fatali ai pazienti. Gli infermieri e i medici sono pochi e allo stremo. Di fronte a questa situazione non si può più rimanere indifferenti e in silenzio”.

Purtroppo, ha rimarcato Arlenghi “nel PNRR la spesa prevista per il potenziamento della Sanità pubblica sta nelle ultime voci di spesa, la sensazione è che questo Governo non stia ponendo l’attenzione necessaria ad un tema cardine della nostra democrazia, ovvero la Sanità Pubblica. Un effetto immediato di questa mancanza di volontà o incapacità di investire sulla Sanità pubblica lo possiamo vedere noi cittadini tutti i giorni. Incapacità e mancanza di volontà che si traducono in facili tagli alla spesa piuttosto che in riorganizzazione e investimenti, basti pensare che in Italia la spesa sanitaria pro capite è il 50% in meno rispetto alla Germania”. 

In Italia, dove sei ospedali su dieci hanno più di 40 anni e mancano oltre 20.000 medici e 63.000 infermieri, gli effetti negativi ricadono in misura maggiore sui cittadini. Alcuni esempi, i più palesi, sono la prenotazione degli esami o delle visite mediche con attese lunghe e lunghissime, per alcune tipologie si parla di mesi, addirittura da un anno all’altro; come se un malato possa attendere lo sviluppo della malattia e magari arrivi a fare la visita quando è ormai troppo tardi. Un esempio eclatante sono le mammografie, per le quali il tempo medio di attesa è nel nostro Paese di 24 mesi”. 

Arlenghi si è poi concentrato sulla situazione dei Pronto Soccorso: “Ci sono numerose criticità, dal momento che la carenza strutturale di organico fa sì che i tempi di attesa siano eccessivamente lunghi. Questo fenomeno, acuito anche da fatto che vi è una quota inappropriata di pazienti che vi fanno ricorso autonomo senza che vi siano le condizioni, pone in essere una serie di problematiche anche in merito alla sicurezza del personale, che sempre più spesso è oggetto di aggressioni fisiche e verbali da parte di pazienti stremati dalle lunghe attese”. 

“Preoccupa anche la situazione dei medici di base, il cui numero si sta drasticamente riducendo, basti pensare che nei primi 6 mesi del 2022 sono entrati in servizio 226 medici di famiglia a fronte di ben 2173 pensionamenti, secondo l’ente previdenziale dei medici EMPAM, alti 18.757 sarebbero prossimi alla pensione, una situazione che preoccupa anche alla luce del fatto che la medicina generale, risulta essere sempre meno attrattiva per le nuove generazioni di medici. E che dire delle attese con lunghe code negli ambulatori, centri prelievi e nei punti unici di accettazione. Non è questa la sanità che si vuole. La Sanità pubblica necessita di immediati e corposi investimenti in personale, strutture e materiale e non delle continue esternalizzazioni di attività e di servizi che pongono lavoratori e lavoratrici in condizione di estrema fragilità e precarietà lavorativa. Occorre agire, anche avvalendosi di tirocinanti che stanno completando il percorso di studi, in questo modo si ridurrebbero i costi e si otterrebbero maggiori risorse da utilizzare in ulteriori assunzioni di personale e per migliorare le infrastrutture e le dotazioni di materiale. Per abbattere i tempi di attesa delle visite e degli esami, per evitare le lunghe code e attese per un esame del sangue dove spesso i pazienti devono aspettare all’esterno delle strutture, al freddo, soggetti fragili come anziani e persone debilitate. Aumentare le strutture a disposizione per evitare le pietose scene di corridoi degli ospedali ingombri di barelle e pazienti lasciati per giorni in attesa”.

“Per questi motivi Azione intende sostenere senza riserve i medici, gli infermieri e i sindacati nello sciopero indetto per la giornata del 24 aprile. E’ ora che la Regione scelga: il problema del futuro sanitario della nostra provincia e regione non è più rimandabile, e che il diritto alla salute sia davvero riconosciuto dalla nostra Repubblica come uno dei fondamentali diritti dell’individuo”. 

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