6 Novembre 2015
03:50
Sì alla riqualificazione dei tre ex bar davanti la stazione: ma in consiglio comunale l’opposizione contesta il metodo
ALESSANDRIA – Un primo passo deciso contro il degrado dei giardini pubblici. Con 16 voti favorevoli e un astenuto, l’esponente dei Moderati Paolo Marchelli, la maggioranza del consiglio comunale di Alessandria ha approvato, al termine di una seduta fiume durata quasi sei ore, la delibera per la costituzione del diritto di superficie trentennale sui tre immobili di fronte alla stazione ferroviaria, gli ex-Bar Cangiassi, Zerbino e Piccadilly, divenuti negli anni ricettacolo di malvivenza. I nuovi locali che sorgeranno non potranno ospitare slot machines o altre attività di gioco d’azzardo.
A rallentare i lavori sono state le perplessità, non nel merito dei contenuti ma sul metodo, da parte delle opposizioni. Guidata dal consigliere di Fratelli d’Italia Emanuele Locci, la minoranza ha sottolineato una mancanza di trasparenza da parte della giunta, in seguito alla decisione di assegnare a un legale esterno a Palazzo Rosso, l’avvocato Dal Piaz, la redazione dei tre bandi di gara in tempi brevi, per un costo di circa 63 mila euro. Cifra che però non sarà stanziata dall’amministrazione ma da chi vincerà gli appalti. “Ma manca un approfondimento” ha sottolineato Emanuele Locci “C’è qualcosa che non va. E poi ho visto che nel sito internet dell’avvocato in questione spuntano tre altri avvocati del Comune di Alessandria.” “Quali sono gli interessi che si nascondono dietro questa deliberazione? Perché tanta urgenza?” hanno aggiunto allora i consiglieri di minoranza Locci, Fabbio, Raica e Sarti. “E’ stato lo stesso dirigente Robotti che ha scelto questo percorso” ha ricordato in Consiglio Comunale l’assessore Marcello Ferralasco “e non la giunta, una volta che si è reso conto che non era possibile fare tutto in tempi brevi. Perché tanta fretta? Siamo già in forte ritardo rispetto alle esigenze che spesso abbiamo rimarcato di quella zona. Ma occorre ricordare che Palazzo Rosso è rientrata definitivamente in possesso dell’ultimo dei tre immobili solo a fine settembre, dopo che avevamo deciso di non rinnovare la concessione di suolo pubblico. In ogni caso la Commissione Controllo di Gestione ha già esercitato tutte le procedure sul caso.”
“Siamo certamente interessati a fare presto” ha scritto il sindaco Rossa sulla sua pagina Facebook “prima non potevamo intervenire perché i sedimi e gli immobili non erano in nostro possesso. Eppure la Lega e il consigliere Locci hanno tentato di ritardare ancora chiedendo di ritirare il provvedimento. In parole povere negare una soluzione attesa dai cittadini per puri fini strumentali. Non potevamo intervenire prima ma appena abbiamo potuto lo abbiamo fatto con una gara e con proposte precise.”
“Ci spiace che il provvedimento non sia stato approvato all’unanimità, ed anzi vi sia stato un tentativo di ostruzionismo sulla proposta particolarmente ostinato da parte di alcuni (in verità soltanto due…) consiglieri di opposizione” ha aggiunto il capogruppo PD Fabio Camillo “Pur rammaricandoci, capiamo l’ostilità politica delle opposizioni nei confronti di un provvedimento di tale portata per importanza e popolarità.”
I consiglieri di minoranza, alla fine decisi a disertare l’ultima votazione, si erano invece messi un bavaglio alla bocca all’inizio della seduta del consiglio comunale. In particolare Sarti, Raica, Barosini, Locci e Foglino hanno segnalato che, durante la Commissione Sviluppo e Territorio di giovedì mattina, non è stato permesso ai commissari ed ai Presidenti di Gruppo di intervenire per richiedere gli approfondimenti necessari a esprimere consapevolmente un voto, col presidente di Commissione, Annaratone, che più volte ha negato la parola a Locci. “Si tratta di una maggioranza con atteggiamento liberticida ed antidemocratico – hanno commentato i consiglieri – assolutamente inaccettabile.” “La commissione ha considerato soddisfacente il dibattito” ha ribattuto in aula lo stesso Annaratone “mi sono assicurato che la procedura fosse conforme col segretario generale. Ho cercato garantire diritto di parola nei tempi adeguati.”
Francesco Conti