6 Novembre 2015
08:32
Dal Caf Cgil piemontese un appello ai senatori alessandrini: “non uccidete gli intermediari fiscali e l’idea progressista”
PIEMONTE – Che futuro ci sarà per gli intermediari fiscali e per la così detta ‘idea progressista?’ Se lo chiede Adelchi Puozzo, amministratore delegato del Caf Cgil, che ha invitato i due senatori locali, Federico Fornaro e Daniele Borioli, a prendere in esame le conseguenze del comma 3 dell’articolo 33 del DDL 2111. Un passaggio che rischia di infliggere un “colpo ferale al settore, con un taglio di circa un terzo della dote a disposizione del Caf”.
In ballo, ha spiegato Adelchi Puozzo, c’è una rivoluzione che minaccia un servizio nato oltre 20 anni fa: “i Centri Autorizzati di Assistenza Fiscale nacquero negli anni ’90 grazie a quell’idea moderna e progressista che immaginava e costruiva una nuova impostazione del sistema dichiarativo dei redditi. Prima di quella data, per il lavoro dipendente e per i pensionati era molto complicato il recupero delle imposte maggiormente pagate. Grazie a quelle norme e alle conseguente istituzione dei CAF si è data la possibilità a dipendenti e pensionati di recuperare o pagare in tempi brevi e certi l’eventuale differenza di imposta. Non solo, quell’idea perseguì anche un’importante digitalizzazione di dati in possesso dello Stato e dirottò uomini e donne dell’amministrazione finanziaria da un faticoso e improduttivo controllo di dichiarazioni cartacee al perseguimento dell’evasione. Quell’idea moderna e progressista, non si sarebbe potuta realizzare senza l’apporto dei CAF”.
Ora però il servizio dei Caf è a rischio così come “quel progetto che metteva a disposizione dei cittadini, gratuitamente, un aiuto per esercitare un proprio diritto“.
“Da allora a oggi – ha aggiunto Puozzo – i compiti e le responsabilità dei Centri di Assistenza Fiscale sono cambiati. Il ruolo svolto è sempre meno di tutela e sempre più di assistenza nei confronti del contribuente e sono enormemente aumentate le responsabilità, tanto da sostituire il dichiarante anche con il pagamento dell’imposta in caso di errore. Dall’altro verso, si sono drasticamente ridotti i compensi (pesantissima la spending review di Monti)“.
La decurtazione però ora minaccia di essere mortale visto che “la legge di stabilità in discussione in questi giorni al Senato (DDL 2111) con il comma 3 dell’articolo 33 rischia di dare un colpo ferale agli intermediari fiscali e di conseguenza a quell’idea progressista. Un taglio di circa un terzo della dote a disposizione dei CAF porterà a delle conseguenze molto pesanti“.
Le conseguenze potranno essere particolarmente pesanti: “l’idea del precompilato rischierebbe di arenarsi. Quest’anno di 19 milioni di 730, 17,5 milioni sono stati elaborati dai CAF. È evidente che senza il contributo di questi intermediari il sistema rischia il collasso. La mancanza dei fondi ai CAF farà ricadere sui cittadini i costi con il paradosso di “farli pagare per pagare le tasse” e per chi dovrà chiedere un rimborso i costi aggiuntivi porteranno le fasce più povere a rinunciare a un diritto legittimo. E ancora, le campagne fiscali si realizzano grazie al lavoro di tantissime ragazze e ragazzi. La drastica riduzione dei fondi non potrà non impattare su quei livelli occupazionali“.
Per evitare un crollo di un sistema a sostengo dei cittadini e “dell’idea progressista” Adelchi Puozzo ha quindi chiesto ai senatori alessandrini di “intervenire presentando direttamente o sottoscrivendolo, se presentato da altri, l’emendamento soppressivo del comma 3 dell’art. 33 del ddl 2111 “legge di stabilità 2016″, in discussione alla Commissione 5° del Senato.”