Autore Redazione
venerdì
7 Luglio 2023
05:13
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Politica - Alessandria

Sanità: costituito il nuovo gruppo di lavoro dei sindaci di 20 piccoli Comuni dell’Asl

Sanità: costituito il nuovo gruppo di lavoro dei sindaci di 20 piccoli Comuni dell’Asl

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Sono 20 i Sindaci che compongono il nuovo gruppo di lavoro dell’Asl di Alessandria, tutti dei piccoli Comuni, per sostenere la costruzione di una rete diffusa del servizio sanitario pubblico sull’intero territorio provinciale. Si tratta di Gianluca Colletti (Castelletto Monferrato), Alessandro Venezia (Quattordio), Simone Bigotti (Borgoratto), Giuseppe Romano (Castellazzo Bormida), Davide Fabbri (Ozzano Monferrato), Sabrina Zeglio (Alfiano Natta), Susan Lesley Thomas (Vignole Borbera), Nadia Incerpi (Belforte Monferrato), Giovanni Valentino d’Amico (Pontecurone), Giuseppe Chiesa (Viguzzolo), Alessandro Busseti (Cassano Spinola), Fabio Zavattaro (Borgo San Martino), Alberto Basso (Arquata Scrivia),Roberta Daglio (Cabella Ligure), Arles Garelli (Coniolo), Franco Persi (Villalvernia), Paola Massa (Monleale), Tina Corona (Vignale Monferrato), Enzo Daniele (Sezzadio) e Giulio Veggi (Bergamasco).

A seguito della mozione presentata alla Conferenza dei Sindaci dell’ASL AL da parte di 146 Sindaci dei piccoli Comuni della provincia di Alessandria in data 17 aprile, i quali richiedevano la definizione delle modalità di composizione della Rappresentanza della Conferenza dei Sindaci per garantire a tutto il territorio provinciale pari dignità e rappresentanza, è stata comunicata giovedì 6 luglio all’ASL AL, i componenti del gruppo di lavoro dei Sindaci che insieme al Presidente dell’Assemblea Federico Chiodi e ai Sindaci dei Comuni centri zona si dovranno occupare della revisione del regolamento della Rappresentanza dei Sindaci e della ripartenza dei Distretti sanitari locali.

“Il nostro sistema sanitario” ha sottolineato il Sindaco di Castelletto Monferrato Gianluca Colletti, primo firmatario della mozione e promotore del gruppo di lavoro – ha raggiunto livelli di stress drammatici, facendo emergere la necessità di costruire una rete territoriale diffusa non solo sui centri zona ma anche su tutto il territorio provinciale. Da qui è nata l’iniziativa dei piccoli Comuni i quali vogliono rendersi parte attiva della prossima programmazione sanitaria, dalla quale è indubbia la necessità di un piano strategico e straordinario che interessi direttamente anche i Comuni di dimensioni minore, per una più vicina ed efficacie gestione dei cittadini. Abbiamo inoltre appurato che ben 3 Distretti sanitari locali su 4 (cioè tutti tranne quello di Casale Monferrato), non vengono convocati da circa 8 anni, un abominio in termini di coerenza e sostegno alle necessità dei nostri cittadini”.

“Il compito dei Distretti è quello di analizzare il bisogno di salute effettivo, reale o prospettico, del territorio di riferimento, per poi negoziare con le strutture sanitarie di riferimento gli adeguati servizi per poter fornire ai cittadini residenti la risposta di salute più idonea in termini di efficacia, efficienza, equità e sicurezza. Tale dialogo che avviene all’interno dei consessi dei Distretti è indirizzato alla medicina territoriale (es. medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, screening, strutture residenziali per anziani e disabili, consorzi socio-assistenziali, ecc…) con la rete dei presidi ospedalieri. Analogamente i Distretti negoziano con la Direzione Generale ASL i programmi di sviluppo e di intervento compatibili con la politica sanitaria aziendale e con i budget di spesa effettivamente allocati o indicati a disposizione del singolo distretto”.

“Pertanto da questa analisi – conclude Colletti – è emersa una seria esigenza di recuperare del tempo perduto, un’azione di responsabilità che vuole ridare dignità ai nostri cittadini che trovano sempre più difficile rapportarsi con il sistema sanitario pubblico. Per esempio le prenotazioni di visite specialistiche, come riferiscono numerose testimonianze di cittadini della nostra provincia, vengono proposte con tempi di attesa fuori norma ed alcune volte con distanze anche superiori ai 100 km., dal luogo di residenza o dal territorio di riferimento, rendendo di fatto problematico l’utilizzo del servizio per i pazienti anziani o problematici; inoltre in molti Comuni della nostra provincia non è nemmeno più presente il medico di base, causando quindi grandi difficoltà all’accesso alle cure da parte dei soggetti anziani, disabili e più deboli”.

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