1 Agosto 2023
12:07
Rifondazione contro lo stop del reddito di cittadinanza
PROVINCIA ALESSANDRIA – Anche Rifondazione e Unione Popolare del Piemonte hanno manifestato massima preoccupazione per il taglio del Redddito di Cittadinanza disposto dal governo. I numeri si vedranno, ma certamente si tratta di diverse migliaia di persone che piomberanno in una crisi esistenziale nera; alcune prime stime parlano di più del 60% degli attuali 9279 percettori.
“Il governo Meloni – ha dichiarato il segretario piemontese del PRC-SE Alberto Deambrogio – si era riunito lo scorso 1 maggio per decidere questa misura. Già la data scelta fu in spregio aperto alle conquiste del lavoro, la scelta conseguente di oggi rappresenta una vera dichiarazione di odio di classe verso chi sta peggio. Non sono in grado di offrire una prospettiva di lavoro credibile e mettono fine all’unica possibilità alternativa. Quello che sta finendo non è la pacchia, come vergognosamente qualcuno del governo disse, ma la possibilità di mettere insieme il pranzo con la cena per persone reali, non per scarti inanimati della società”. “In questa scelta scellerata ora la palla passa ai Comuni, che dovrebbero valutare eventuali proroghe sino a dicembre. Già sono arrivate vibranti proteste di organizzazioni di categoria come il Consiglio Nazionale degli Assistenti sociali, che segnalano le difficoltà che gli enti locali troveranno, mentre non intendono assumersi l’onere di ritardi, omissioni e propaganda. In ogni caso, proprio perché la situazione è questa, va fissato un qualche argine su cui provare a resistere. Se i Comuni devono fare gli accertamenti caso per caso e riallineare gli elenchi dei percettori del Reddito secondo le nuove drammatiche regole, noi chiediamo intanto ai sindaci di confermare all’INPS, sino a nuova determina, gli elenchi attivi oggi, per avere il tempo di stilare il riallineamento svolgendo gli accertamenti in contraddittorio con gli interessati”. “Al di là di questa primissima misura tampone – ha concluso Deambrogio – occorre invece organizzare un contrasto sociale e politico frontale rispetto a una norma come questa. La svalorizzazione delle vite è giunta a un punto intollerabile. Chi ha scelto prioritariamente le spese per le armi, le tasse piatte, i condoni, il sostegno le energie fossili, deve sapere che c’è chi non accetta la riduzione a rifiuto delle persone”.