25 Novembre 2015
04:01
Michelin: timida apertura dell’azienda per salvare 160 posti di Fossano. I sindacati: “Bene, ma ancora non basta”
PROVINCIA – “Aperture importanti, ma non esaustive”. Cosi i sindacati Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltec UIL hanno commentato il tavolo di confronto avvenuto martedì a Torino con la Michelin, la multinazionale francese che a inizio mese aveva annunciato 578 esuberi in Italia fino al 2020. Il faccia a faccia è stato lungo, circa otto ore, dalle 10 fino alle 18. Dallo stabilimento di Fossano, ha fatto sapere l’azienda, una parte della produzione, quella dei cerchietti, resterebbe in Italia con 85 posti di lavoro trasferiti a Cuneo e non più in altri paesi d’Europa. Altri 40 lavoratori, secondo quanto riferito dalla Michelin ai sindacati, verrebbero nuovamente dirottati nello stabilimento cuneese. L’azienda poi ha aperto alla possibilità di far seguire la produzione dei fili all’estero, in Francia o nell’Europa dell’Est, ad altri 30 dipendenti dello stabilimento di Fossano. Nel prossimo incontro tra le parti, già fissato per il 2 dicembre, si entrerà nel dettaglio anche sulla situazione del centro di Spinetta Marengo, dove sono stati paventati 30 esuberi nel reparto ricoperti e sono a rischio circa 170 lavoratori somministrati. “Il fatto che proprio a proposito dei lavoratori somministrati del sito di Alessandria Michelin abbia mantenuto le bocce ferme lo intendiamo come punto di non collisione” ha detto a Radio Gold Paolo Parodi della Filctem Cgil.
“Ci sono state una serie di timide aperture ma le distanze sono ancora notevoli” ha aggiunto Elio Bricola, della Uil “C’è però la volontà di discutere. Nel prossimo incontro del 2 di dicembre l’azienda si è impegnata a dettagliare il piano industriale. Vogliamo capire le tempistiche e le conseguenze di questi paventati 180 milioni di investimenti.”
“Il fatto che l’azienda abbia deciso di fare un passo indietro non è una cosa secondaria e affatto scontata” ha precisato Roberto Marengo della Femca Cisl “E’ un risultato notevole quello raggiunto dal sindacato. Inizialmente la lavorazione dei cerchietti sembrava dovesse essere trasferita negli stabilimenti all’estero.”