16 Dicembre 2023
21:39
Deposito nucleare, Legambiente: “Il solito pasticcio all’italiana. Assurdo prevedere le autocandidature”
ITALIA – “Sulla questione aree idonee a ospitare il Deposito nazionale delle scorie nucleari, ancora una volta si è fatto il solito pasticcio all’italiana. È assurdo prevedere la possibilità di autocandidature anche da parte dei Comuni non compresi nella Cnai”. Così Legambiente ha commentato quanto prevede la Carta nazionale delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie radioattive, pubblicata in questi giorni dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica con 51 siti ritenuti idonei: 5 si trovano in provincia di Alessandria. Stando al recente decreto legge energia, include anche la possibilità di autocandidature, entro 30 giorni di tempo dalla pubblicazione della Carta, di quei comuni le cui aree sono state ritenute non idonee fino ad oggi.
L’associazione ambientalista giudica “totalmente sbagliata e controproducente la possibilità di questo tipo di autocandidatura, perché lascia prevedere un percorso poco rigoroso e poco attento alla sicurezza dei cittadini, e che finirà per allungare inevitabilmente i tempi per l’individuazione del Deposito, che invece rappresenta una vera urgenza per la sicurezza di tutto il Paese”.
Secondo Legambiente è “fondamentale attenersi al percorso scientifico individuato fino ad ora. Il deposito nazionale serve ed è urgente per le scorie a media e bassa attività – sostiene l’associazione – mentre per quelle ad alta si deve lavorare a livello comunitario per individuare un deposito geologico idoneo e il più possibile sicuro. Emblematica l’esperienza della Cemerad a Statte (Taranto ndr). Ma perché mai – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – i territori di questi Comuni, se prima non soddisfacevano gli stringenti requisiti richiesti in fase di valutazione, ora invece potrebbero essere ritenuti ‘idonei’ ad ospitare il Deposito nazionale delle scorie nucleari? Si è imboccato un incomprensibile ‘percorso parallelo’ a quello seguito finora, solo per dare modo ai Comuni scartati di ritornare in pista con proprie autocandidature. È noto, ad esempio, che il Sindaco del Comune di Trino, in Piemonte, fin dall’inizio non abbia mai nascosto il suo interesse ad avere sul proprio territorio il Deposito Nazionale, nonostante sono ben sei i criteri di esclusione che avevano determinato la sua esclusione. Per quale motivo ora potrebbe, invece, proporsi ufficialmente per essere scelto?”.