13 Dicembre 2015
23:00
Mercoledì i camici bianchi incrociano le braccia per lo sciopero nazionale dei medici
PROVINCIA – Sanità in tilt mercoledì 16 dicembre per lo sciopero nazionale dei medici del servizio pubblico. I camici bianchi di tutto il Paese incroceranno le braccia contro il mancato finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale e per denunciare il “grave e perdurante disagio” provocato da politiche orientate “esclusivamente a una gestione contabile” della sanità. Lo sciopero riguarderà, per l’intera giornata, la dirigenza medica e veterinaria del Servizio sanitario nazionale e la dirigenza sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa e dirigenza delle professioni sanitarie, compresi i medici dell’assistenza primaria e della medicina dei servizi. Saranno comunque garantiti i servizi di assistenza sanitaria d’urgenza e quella ordinaria solo rispetto ai pazienti ricoverati.
Tutta l’attività programmata non è garantita ma è strettamente correlata all’adesione allo sciopero.
Lo stop rischia però di creare parecchi disagi ai cittadini perché è sostenuto da un lungo elenco di organizzazioni sindacali (Anaao Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fesmed , Anpo, Nuova Ascotifials Medici, Fassid, Fp Cgil Medici – Cisl Medici – Uil medici, Fvm, Fimmg, Sumai, Snami, Smi, Fimp , Andi , Fespa , Simet).
A sostenere la protesta dei camici bianchi è anche la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO). “Raramente sosteniamo gli scioperi – ha precisato il Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Alessandria, Mauro Cappelleti – quella di mercoledì, però, non è una protesta dettata da soli motivi economici”. Il “degrado complessivo della sanità”, ha aggiunto, starebbe infatti mettendo “a rischio la salute dei cittadini”. “Non mi riferisco solo ai tagli, ma a quel clima nato ormai dieci anni fa con la campagna mediatica sulla malasanità che ha messo sotto accusa tutti i medici per errori spesso causati da problemi nella gestione amministrativa della sanità”. Una “speculazione estorsiva” come l’ha definita il dottor Mauro Cappelletti che avrebbe minato il rapporto di fiducia tra medico e paziente. “Si è creata una diffidenza ha portato alla richiesta di un maggior numero di esami per tutelare il medico. Questa medicina difensiva costa però 23 miliardi l’anno ed è conseguenza della propaganda contro la sanità italiana”. I problemi, ha aggiunto il Presidente dell’Ordine dei Medici di Alessandria, sono però decine e decine. “Ci sono anche grandi carenza legislative per la difesa della professione medica. Nel nostro Paese non è ancora stato introdotto un tabellario, ossia un tetto per il risarcimento dei danni in sanità. Questo ha fatto schizzare anche a 20 mila euro all’anno le assicurazioni mediche. Chiunque subisca un danno in sanità può infatti chiedere qualunque cifra e per questo le compagnie assicurative hanno alzato a dismisura i prezzi delle polizze, che per i professionisti sono però obbligatorie”. Quello che i medici italiani mercoledì cercheranno di ottenere con lo sciopero è quindi “un governo dei problemi della sanità”. “In Italia tutto viene semplicemente lasciato andare e poi si mettono solo delle toppe all’ultimo minuto. Così è stato fatto negli ultimi 15 anni e si è creato un disastro che ora richiede una discesa in campo. Un medico non vorrebbe mai creare disagi ai pazienti ma purtroppo non possiamo fare uno sciopero solo contro lo Stato. Quello di mercoledì, vorrei sottolinearlo, è uno sciopero politico, per una politica della professione medica. Se vogliamo ancora avere un sistema sanitario nazionale, continuare a curarci in Italia senza dover andare all’estero, dove poi potrebbero andare solo i cittadini più facoltosi, dobbiamo lottare per farci ascoltare”.
Tatiana Gagliano