Autore Redazione
mercoledì
13 Marzo 2024
12:37
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Politica - Casale Monferrato

Deposito scorie nucleari, marcia indietro di Trino: ritirata l’autocandidatura

Deposito scorie nucleari, marcia indietro di Trino: ritirata l’autocandidatura

AGGIORNAMENTO ORE 17.30: La deliberazione revocata, ha sottolineato l’amministrazione comunale di Trino, esprimeva la volontà del Comune di Trino di candidarsi per la rivalutazione del territorio ad opera di Sogin S.p.a. finalizzata ad ospitare il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi e del Parco Tecnologico ai sensi dell’art. 11 del D.L. 9 dicembre 2023 n. 181 (poi convertito dalla legge 2 febbraio 2024 n. 11) che prevede l’avvio, dopo la chiusura della fase di autocandidatura, di uno specifico processo istruttorio, svolto da Sogin e dall’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN), al fine di valutare l’eventuale idoneità del sito autocandidato ad ospitare il Deposito Unico e il Parco Tecnologico. Una fase successiva prevede anche di avviare con le Regioni e gli Enti locali trattative bilaterali finalizzate all’insediamento del Deposito Nazionale e con un protocollo di accordo finale si dovranno individuare le relative misure premiali. Durante tutte queste fasi, che vedranno la loro conclusione nei primi mesi del 2025, “è concesso al sito autocandidato di ritirare la propria candidatura in qualsiasi momento. Inoltre la mancata sottoscrizione del suddetto protocollo di accordo, comporterà l’esclusione automatica del sito autocandidato dal procedimento”.

Di conseguenza, “la presentazione dell’autocandidatura non rappresenta né un giudizio di idoneità delle autocandidature stesse né, tantomeno, un’autorizzazione ad avviare il trasferimento dei rifiuti radioattivi ma una richiesta di rivalutazione del territorio” che, ove ritenuto idoneo secondo i criteri di sicurezza previsti dai competenti organi tecnici, avrebbe consentito – stante il rifiuto dei 51 siti già identificati – di porre in sicurezza in via definitiva i rifiuti già presenti sul territorio. La delibera assunta in data 12 gennaio 2024, sostiene il Comune vercellese, “è stata immediatamente strumentalizzata da parte di associazioni definitesi “ambientaliste” che, anziché perorare l’urgenza della messa in sicurezza del territorio, hanno strumentalizzato, a fini meramente politici, l’autocandidatura ignorando volutamente l’iter procedurale così come delineato dalla norma ed esprimendo, in via preventiva, valutazioni tecniche di competenza di ben altre istituzioni a ciò deputate. Contro la deliberazione si sono altresì schierati reiteratamente le Province di Vercelli e Alessandria, la Regione Piemonte e alcuni comuni del vercellese e dell’alessandrino – compresi quelli inseriti nella CNAI – dichiarando di non volere sul territorio piemontese il deposito unico nazionale (“il Piemonte ha già dato”).

La revoca di questa deliberazione” ha detto il sindaco di Trino Daniele Paneè una decisione assunta dopo aver preso atto delle posizioni di dichiarata contrarietà, non tanto delle associazioni ambientaliste, ma dalle istituzioni di vertice del nostro territorio ossia Provincia e Regione nonché da alcuni Comuni in provincia di Vercelli e Alessandria, compresi quelli inseriti nella CNAI. Riteniamo che tali posizioni non tengano in considerazione né l’urgenza evidenziata dal Governo con l’emanazione del decreto legge né l’urgenza del nostro territorio di eliminare in tempi rapidi il deposito temporaneo oggi esistente in favore di quello definitivo previsto sia dalla normativa europea che nazionale. Non si è evidentemente compreso come l’autocandidatura non fosse finalizzata ad ottenere a qualsiasi costo il deposito e il parco tecnologico ma solo a rivalutare il territorio, fermi restando i criteri di sicurezza già previsti dall’ISIN, poiché nessuno dei 51 siti identificati si è reso disponibile in tal senso. Essendo il Comune un ente locale che in un’ottica di coordinamento deve, suo malgrado, conformarsi alle linee assunte anche delle istituzioni sovra comunali, dobbiamo prendere atto delle posizioni assunte e procedere nel senso indicato certi che, coloro che si oppongono, sapranno fornire soluzioni rapide e immediate affinché il deposito venga realizzato, seppur fuori dai confini piemontesi, e i rifiuti oggi stoccati in via temporanea a Trino e Saluggia, in siti certamente non idonei, vengano trasferiti altrove”.

È doveroso trovare una soluzione, finalmente definitiva, alla persistenza delle scorie nucleari sul territorio di Trino e Saluggia” le parole del presidente della Provincia di Vercelli Davide Gilardino “pur trovando, quindi, più che legittima l’azione dell’amministrazione comunale di Trino, a nome dei sindaci del territorio ho portato all’attenzione dell’amministrazione comunale trinese la nostra non condivisione del metodo delineato dalla norma, che fin dall’inizio non ha tenuto conto della condivisione con i Comuni. A nome di tutta la provincia vercellese accolgo benevolmente la revoca, in quanto la reputo un’azione di buon senso che tiene conto della volontà espressa da tutti gli amministratori”. 

TRINO – I dettagli saranno spiegati questo pomeriggio in una conferenza stampa ma, nel frattempo, la notizia è già ufficiale: il Comune di Trino ha ritirato la propria autocandidatura a ospitare il deposito di scorie nucleari. Nella proposta di Deliberazione Giunta Comunale pubblicata martedì, infatti, il sindaco della città vercellese Daniele Pane (foto) ha ricostruito i motivi di questa decisione.

Diversi Comuni sia della provincia di Vercelli che di Alessandria, i Presidenti della Province di Vercelli e di Alessandria e quello della Regione Piemonte nonché alcune associazioni ambientaliste, hanno evidenziato di non condividere alcun metodo previsto dalla vigente normativa per l’individuazione del sito idoneo per la realizzazione del Parco Tecnologico e del Deposito Unico Nazionale tanto che, non solo non hanno supportato l’iniziativa dell’autocandidatura ma hanno espresso, con differenti modalità, una ferma e pervicace opposizione alla realizzazione dell’opera nel territorio piemontese, evidentemente non comprendendo le motivazioni di urgenza ed esigenza evidenziate ed espresse nella delibera approvata da questa amministrazione in data 12 gennaio”.

“Il permanere sul territorio del Comune di Trino di rifiuti radioattivi stoccati in un deposito temporaneo, senza alcuna proposta alternativa da parte dei soggetti che si oppongono alla procedura di autocandidatura finalizzata ad accelerare il processo per la realizzazione del deposito unico nazionale, comporta l’assunzione in capo a tali soggetti della responsabilità di ogni conseguenza negativa ne dovesse derivare, ivi compresa quella di ritardare senza giustificato motivo la realizzazione di un’opera considerata strategica per la sicurezza del territorio. Dato atto che la funzione amministrativa è dotata di peculiari poteri autoritativi di riesame dei suoi provvedimenti, volta anche a verificarne la convenienza, nell’ottica di una riponderazione comparativa degli interessi, conformata ad esigenze di adeguamento al contesto fattuale concreto, che allo stato dei fatti non consentirebbe di raggiungere l’auspicata condivisa valutazione e risoluzione della problematica”.

L’amministrazione ha comunque chiesto alla Regione Piemonte, alla Provincia di Vercelli e ai Comuni che si sono opposti “di farsi parte attiva immediatamente per l’allontanamento istantaneo di tutto il materiale catalogato come rifiuto radioattivo attualmente stoccato nei siti di Trino e di Saluggia”. 

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