8 Aprile 2024
18:01
Regione Piemonte nomina il Brachetto “Vitigno del 2024”
PIEMONTE – Il Brachetto è il “Vitigno dell’anno” 2024, nominato dall’assessorato Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca della Regione Piemonte, nell’ambito di un’iniziativa che da alcuni anni punta a valorizzare e raccontare i vitigni autoctoni del Piemonte al grande pubblico. Durante la prossima edizione del Vinitaly, che si terrà a Verona dal 14 al 17 aprile ci sarà il passaggio di testimone ufficiale tra l’Erbaluce Vitigno dell’anno 2023 e il Brachetto, Vitigno dell’anno 2024. Appuntamento a questa domenica alle 14, al Veronafiere, Padiglione 10 – Area Piemonte.
Il progetto Vitigno dell’anno mira a focalizzare l’attenzione su quelle produzioni di qualità certificate che caratterizzano profondamente interi territori e che pur presentando elevate qualità intrinseche del prodotto e potenzialità competitive sui mercati internazionali necessitano di specifiche azioni di valorizzazione sul territorio da parte della Regione, l’attenzione su tale vitigno durerà per tutto il 2024 accompagnando l’assessorato Agricoltura e Cibo in tutti i sui eventi.
“Mi fa immenso piacere sostenere questo vitigno per un territorio altamente vocato per i vini aromatici. Un vitigno autoctono con caratteristiche uniche nel suo genere, con origini antichissime che risalgono leggendariamente ai tempi dell’Impero Romano, vitigno che si merita di essere valorizzato e considerato a livello nazionale ed internazionale proprio per la sua unicità. produttori e Consorzio di Tutela sono tutti coinvolti in questa opportunità di promozione che vede le aziende agricole quali protagoniste di questo riconoscimento”, sottolinea l’assessore all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa.
In Piemonte la zona di produzione del vitigno Brachetto si estende per 925 ettari e comprende il territorio nell’Alto Monferrato, con 26 Comuni coinvolti, appartenenti alle province di Alessandria e Asti. Sono 380 le aziende vitivinicole produttrici e nell’annata 2023/2024 è stata rivendicata una produzione di circa 5 milioni kg / 5 mila tonnellate di Brachetto a Denominazione di origine.
Il Brachetto è un vitigno a bacca nera tra i più antichi del Piemonte con le sue denominazioni Brachetto d’Acqui DOCG o Acqui DOCG e Piemonte Brachetto DOC che esaltano tutte le caratteristiche organolettiche esclusive del vitigno: colori porpora, rubino con riflessi violacei o rosati, profumo unico di rosa e frutta matura con un gusto delicato ed inebriante.
Il Brachetto d’Acqui DOP o Acqui DOP Spumante si presenta di colore rosso rubino di media intensità tendente al granato chiaro o rosato o rosé con una spuma fine, persistente e brillante; al naso si evidenzia un sentore caratteristico, molto delicato, talvolta fruttato e tendente allo speziato nella versione meno zuccherina; al gusto è delicato e caratteristico, da extra brut a dolce. Il Brachetto d’Acqui DOP o Acqui DOP Passito ha un colore rosso rubino di media intensità che talvolta può essere tendente al granato; al naso offre un aroma muschiato, molto delicato e caratteristico del vitigno Brachetto, con leggero sentore di legno; al palato è dolce, armonico, vellutato e con possibile sentore di legno. L’appassimento delle uve destinate alla produzione del Brachetto d’Acqui DOP o Acqui DOP Passito può essere condotto sulla pianta e/o in ambienti atti a favorire le condizioni ottimali per la conservazione e l’appassimento.
La DOCG Brachetto d’Acqui o Acqui è riservata ai vini delle seguenti tipologie:
– “Brachetto d’Acqui” o “Acqui”
– “Brachetto d’Acqui” o “Acqui” Spumante
– “Brachetto d’Acqui” o “Acqui” Passito
La DOC è riservata ai vini a tipologia:
– “Brachetto d’Acqui” o “Acqui”
– “Brachetto d’Acqui” o “Acqui” Spumante
– “Brachetto d’Acqui” o “Acqui” Passito
– Piemonte Brachetto
– Piemonte Brachetto Passito
– Piemonte Brachetto Spumante
– Piemonte Brachetto passito (da uve appassite)
Il Brachetto d’Acqui fu decimato dalla fillossera nel XIX secolo, tanto che si è quasi estinto, ma fu poi rilanciato nella seconda metà del XX secolo. Il vino Brachetto d’Acqui ha ottenuto prima la DOC nel 1969, e poi la DOCG nel 1996.