27 Dicembre 2015
23:00
Quale futuro per le imprese metalmeccaniche del territorio?
PROVINCIA – E’ stato un Natale con più ombre che luci per i metalmeccanici della provincia. “Al netto” delle tante persone che hanno già perso il posto di lavoro, ha spiegato il segretario provinciale Fiom Cgil, Mirko Oliaro, chi oggi continua a lavorare è costretto a farlo a condizioni in alcuni casi“inaccettabili“, soprattutto dal punto di vista dei carichi di lavoro e della conseguente sicurezza.
Anche i metalmeccanici, ha poi aggiunto affiancato dai funzionari Fiom, Anna Poggio, Ivan Gaetani, Angelo Paternò e Massimo Repetto, vivono “il paradosso” di un Governo “che si proclama di sinistra e dalla parte dei lavoratori” ma nella realtà sta riducendo le loro tutele. Innanzitutto quella gli ammortizzatori sociali che, in questi anni, hanno permesso di arginare numerose crisi aziendali. “Per un’impresa che dichiara esuberi oggi conviene di più licenziare. Con le ultime riforme, attivare gli ammortizzatori oggi costa anche tre volte di più rispetto al passato, anche se il periodo di copertura è inferiore, così come le indennità per i lavoratori”. Il rischio, per la Fiom, è di veder svanire questo strumento nei prossimi due o tre anni e trovarsi poi a dover fronteggiare un’enorme problema sociale su tutto il territorio nazionale.
“Nell’occhio del ciclone”, del resto, ci sono ancora ancora numerosissime aziende, anche della provincia di Alessandria,ha denunciato il sindacato di categoria, che sul territorio rappresenta 3400 lavoratori. A Novi Ligure gli occhi sono ovviamente puntati sull’Ilva. L’ultimo decreto del Governo ha aperto alla possibilità di una vendita “anche a pezzi” del gruppo siderurgico. Il dubbio del sindacato è che a Roma si sia scelta una strada “più semplice” dopo la decisione delle Autorità Svizzere di congelare il rientro in Italia di 1,2 miliardi di euro dai conti della famiglia Riva che avrebbero dovuto essere utilizzati per gli interventi imposti dall’Aia per lo stabilimento di Taranto. Un “piano B deludente” che preoccupa la Fiom, soprattutto per le possibili ricadute su Novi Ligure, dove sono impiegati circa 783 dipendenti. Gli ordini a Novi “vanno bene” ma purtroppo questo elemento non rappresenta una garanzia nel caso il Gruppo venisse ‘spacchettato’ e venduto al miglior offerente.
Alla complicata situazione dell’Ilva, si aggiunge anche l’altrettanto difficile partita della Kme di Serravalle Scrivia. I sindacati hanno infatti raggiunto un accordo sugli ammortizzatori sociali che dovrebbe permettere di tirare avanti “ancora per qualche anno” ma la Fiom è convinta che nell’azienda di Serravalle, dove sono impiegati 420 dipendenti che da gennaio saranno tutti in contratto di solidarietà, ci siano margini “per delle proposte più solide” perché la Kme “può ancora rispondere alle richieste del mercato”.
Nell’acquese, dove restano ormai pochi insediamenti metalmeccanici, la Fiom tiene poi alta la guardia sulla “Cavanna Sergio” di Morsasco. L’azienda è recentemente tornata “in bonis” ma la situazione resta complicata e molti lavoratori hanno già scelto la mobilità per avere 6 mesi in più di ossigeno. Tra le aziende metalmeccaniche della provincia in difficoltà ci sono poi realtà dell’ovadese, di Casale e anche le “crisi più silenziose” di Alessandria. La Lamp Ariflex di Spinetta, ad esempio, dopo il grido d’allarme lanciato un anno fa dai lavoratori che avevano anche occupato lo stabilimento, “ancora oggi va a singhiozzo” ha sottolineato la Fiom Cgil. Troppo spesso nel silenzio spariscono però anche anche moltissime piccole realtà imprenditoriali di Valenza, città dove oggi” solo i grandi nomi riescono a fare grandi cose”.
L’elenco delle aziende in crisi potrebbe però andare avanti e avanti perchè quello che si sta per chiudere è stato un altro anno complicato. Dodici mesi durante in quali non è arrivata quella decisiva spinta che avrebbe magari potuto portare le imprese a rivedere la luce, alla fine di quel tunnel interminabile che si sta rivelando la crisi economica. “Da sindacalista, anche alla luce delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale – ha concluso il Segretario provinciale Fiom, Mirko Oliaro – vorrei che nel 2016 le imprese tornassero a investire sulle persone. Sono convinto che il valore di un’azienda stia nel valore di chi ci lavora dentro e solo tornando a dare valore al lavoro, e ai lavoratori, potremmo davvero risollevarci”.