9 Maggio 2024
05:33
Case popolari, sindacati degli inquilini contro la Regione: “Legge inutile e discriminatoria”
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – “Inutile e discriminatoria“. Così i sindacati regionali degli inquilini Sunia Cgil, Sicet Cisl e Uniat Uil hanno definito la legge sull’edilizia sociale approvata lo scorso febbraio dalla Regione Piemonte. Secondo le parti sociali, infatti, i provvedimenti adottati dall’attuale giunta “non risolvono la grave emergenza abitativa nella nostra regione. Quanto introdotto è inutile sia per migliorare le condizioni di chi già abita nelle case popolari e sia per rendere più efficiente l’organizzazione delle Agenzie Territoriali per la Casa. Inoltre è discriminatoria nei confronti dei cittadini, non appartenenti alla comunità europea, che vivono da anni nella nostra regione” hanno rimarcato i segretari regionali Davide Masera, Giovanni Baratta e Domenico Paoli.
Nella provincia di Alessandria ci sono stati 400 sfratti eseguiti nel 2022, oltre a 1300 domande di sfratto, “la gran parte dei quali per morosità incolpevole”. Nel 2020 erano appena 260 gli alloggi disponibili, a fronte di oltre 2500 richieste di assegnazione. Rispetto ai circa 5200 alloggi popolari circa l’8% ha bisogno di manutenzione. Fabio Scaltritti, della Comunità di San Benedetto al Porto, ha anche rimarcato le 20 segnalazioni all’anno dell’Ospedale di Alessandria rispetto a pazienti dimessi purtroppo senza una dimora.
Nel merito, hanno aggiunto le parti sociali rispetto alle criticità dell’attuale legge:
• Per accedere all’edilizia pubblica ai cittadini non appartenenti alla comunità europea non basterà avere 5 anni di residenza, dovranno anche dimostrare un lavoro, subordinato o autonomo. É necessario possedere questo requisito sia al momento della domanda e sia al momento dell’eventuale assegnazione: pertanto, un pensionato, una mamma con figli a carico assistita dai servizi sociali non hanno più la possibilità di accedere a un alloggio popolare.
• Si prevede un punteggio premiale per chi risiede in regione da 15, 20, 25 anni. Un inglese che risiede in Piemonte da 20 anni potrà avere 4 punti in più nella graduatoria, ma se al momento della domanda avrà la sfortuna di essere disoccupato sarà automaticamente escluso.
• Punisce chi ha occupato un alloggio popolare nei precedenti 10 anni senza distinguere tra gli occupanti che hanno” sfondato la porta” e quelli senza titolo per ragioni amministrative sanabili. I comuni sanno molto bene che alcune situazioni di famiglie fragili, che avevano occupato, sono state risolte con il rilascio degli alloggi, rateizzando i pagamenti della morosità
maturata e con nuove assegnazioni accompagnate dai servizi sociali.
• Non aumenta la dotazione del fondo morosità incolpevole e non allarga la platea degli aventi diritto (come avevamo chiesto), ma si istituisce un fondo straordinario di tre anni per i conguagli delle utenze, (non è dato sapere come funzionerà), dimenticando che l’elevato costo delle utenze è anche dovuto alla scarsa efficienza organizzativa delle ATC che:
– non riescono a intervenire tempestivamente per sistemare gli impianti mal funzionanti,
– non riescono a fare i conguagli delle spese anno per anno,
– non fanno le assemblee per spiegare consuntivi e preventivi,
– invece sommano conguagli di più anni rendendo difficili i pagamenti, aumentando così la morosità.
• Si prevede di riservare ulteriori alloggi alle forze dell’ordine: difficilmente poliziotti e carabinieri accetteranno alloggi in quartieri difficili e degradati. Nel caso invece in cui decidessero di abitarci, terminato l’orario di lavoro, sicuramente non faranno i guardiani della scala.
Queste sono le modifiche più rilevanti introdotte. Rileviamo con rammarico che nessuna delle proposte che avevamo fatto come Sunia, Sicet, Uniat e Cgil, Cisl e Uil sono state prese in considerazione. Avevamo chiesto che fosse:
• eliminata la possibilità di vendere gli alloggi, avendo in tutta la Regione una grande scarsità di appartamenti pubblici;
• previsto uno stanziamento annuale adeguato per aumentare gradualmente, ma in modo continuativo, la dotazione di alloggi pubblici e gestire il fondo morosità incolpevole;
• utilizzato l’ISEE per collocare gli assegnatari nelle fasce di reddito e per il calcolo del canone dovuto;
• aumentata la percentuale per accedere al fondo sociale passando dall’attuale 30% al 50% e che la quota di copertura in capo alla Regione arrivasse all’80%
• fatta una legge più inclusiva, abbassando i requisiti della residenza nell’ambito territoriale dagli attuali 5 anni a 2.
• eliminato il punteggio premiale, ormai superato, per chi ha versato la gescal e sostituito con l’anzianità di contribuzione.
• introdotto l’obbligo di convocare almeno annualmente assemblee con la partecipazione e il voto degli inquilini sulle materie di loro competenza;
• fosse istituita presso le ATC una commissione composta da rappresentanti dei comuni interessati, sindacati inquilini, funzionari dell’ente con l’obiettivo di esaminare e risolvere le situazioni di morosità critiche ed evitare possibili decadenze.
“Queste nostre proposte avrebbero consentito un “salto di qualità” delle politiche per la casa pubblica in Piemonte, potevano risolvere in parte la grave emergenza abitativa che purtroppo continua e peggiora. Migliorare l’efficienza delle ATC e le condizioni degli inquilini assegnatari che abitano negli alloggi erp. L’attuale maggioranza della Regione Piemonte ha deciso diversamente e non possiamo che esprimere con forza la nostra contrarietà”.