6 Gennaio 2016
23:00
Il direttore dell’Archivio di Stato: “aspettavo lo spostamento da 15 anni. Ora saremo più vicini alla città”
ALESSANDRIA – Il direttore dell’Archivio di Stato di Alessandria aspettava questo momento da 15 anni. La notizia dell’arrivo di due milioni di euro dal Ministero per i Beni Culturali (ne avevamo parlato QUI), destinati allo spostamento dell’Archivio all’interno delll’ex caserma Valfrè, ha reso felice Giovanni Maria Panizza, partito con questa idea tempo fa: “da anni cerchiamo una nuova sede per evitare di pagare l’affitto con l’intento di risparmiare. Ben prima che uscisse la spending review abbiamo sollecitato lo spostamento per risparmiare denaro. In Piemonte siamo gli unicia pagare l’affitto anziché avere una sede demaniale.” L’affitto, negli attuali locali dell’Archivio, in via Solero, costa circa 140 mila euro all’anno e proprio questa spesa aveva bloccato gli investimenti a beneficio dell’istituto. “Siccome la spending review non può essere ignorata finalmente siamo arrivati al dunque. Io avevo proposto lo spostamento dell’Archivio alla Valfré per ospitare non solo i nostri documenti, ma anche per conservare un polo archivistico della città di Alessandria a beneficio dei tribunali soppressi, dei documenti dell’archivio comunale, della Prefettura, della Provincia. Per questo abbiamo identificato con la SoVrintendenza ai beni architettonici, già con un sopralluogo di tre anni fa, la ‘stecca’ e cioè la manica su Corso Borsalino della Caserma Valfrè“. L’idea sarebbe quella di utilizzare tutto il lungo edificio: “destinare le due ali laterali al deposito dei documenti e solo così avremmo 36 chilometri a disposizione contro i 12 attuali. E poi nella parte centrale, che era una vecchia palestra, alta 9 metri, il progetto è di soppalcare per realizzare gli uffici al primo piano e una sala di consultazione e mostre a pian terreno“. Peraltro la collocazione attuale dell’Archivio di Stato in via Solero ha allontanato anche logisticamente il complesso dalla vita cittadina. La nuova sede invece “permetterà di tornare al cento e di realizzare più mostre o attività a beneficio dei cittadini. In occasione di Borgo Rovereto infatti arrivano sempre moltissime persone e quindi lo spostamento in centro potrebbe essere molto utile dal punto di vista culturale”.
I due milioni non saranno sufficienti, precisa Giovanni Maria Panizza, a completare concretamente il progetto ma intanto potrà partire la progettazione vera e propria e procedere con le prime operazioni. Innescato però il processo sarà più facile procedere con il recupero probabilmente complessivo della struttura.