19 Gennaio 2016
23:00
Dopo la questione Ospedale, “il grido di vendetta” del sindaco di Acqui sulla vicenda delle Terme
ACQUI TERME – “Il nostro territorio grida vendetta per come la Regione e Finpiemonte Partecipazioni stanno trattando Acqui e l’Acquese sulla vicenda Terme”. Con il sindaco della città termale, Enrico Bertero, ha messo nero su bianco il suo “sdegno” per un comportamento che avrebbe dimostrano “totale disprezzo” per l’economia acquese e per i cittadini, ancora una volta, dopo la vicenda dell’ospedale trattati “come numeri, come sudditi”. Una rabbia salita, ha aggiunto Bertero, dal “rifiuto” di Terme di Acqui Spa e Finpiemonte di seguire un percorso con il Comune di Acqui sulla cessione: “hanno voluto fare da soli, facendo pasticci su pasticci, con un bando al limite del ridicolo, non era indicato né il piano industriale né la regimentazione delle acque, né altro” ha tuonato Bertero.
“Basti dire – ha aggiunto – che il 22 ottobre hanno convocato d’urgenza i soci per ratificare la rettifica delle quote sociali! Stavano vendendo meno azioni di quanto dovuto… La Regione non ha mai preso in mano la questione, lasciando la sua partecipata in balia dei penultimatum, ben 6 mi risulta! La vecchia politica, o, farsa, continua con dichiarazioni reticenti da parte degli organi regionali preposti, con i Consiglieri di maggioranza che si arrampicano sugli specchi, solo pronti ad enfatizzare il nulla di quanto non fanno a Torino”.
Su tutte le furie il sindaco di Acqui ha deciso di alzare la voce e dire “basta” a quello che ha definito “un teatrino senza attori, dove ci sono solo comparse disinteressate al nostro territorio, ove le Terme sono un problema e non una risorsa”.
“Perché a Torino hanno proseguito per 6 mesi con questa stomachevole recita, senza prendere decisioni, se non rimandare? Acqui non merita questi guitti, capaci di essere così lontano dal territorio! Merita, invece, risposte precise per il bene di Acqui e dell’Acquese, risposte chiare e immediate per il rilancio della nostra economia.
L’Amministrazione Comunale ha chiesto, nei mesi passati, spiegazioni con lettere ai vertici regionali, rimaste senza risposta, come quelle per l’Ospedale.
Basta! Se esistono delle opportunità per rilanciare le Terme, sfruttiamole per il potenziamento di un settore nevralgico del territorio, non lasciamolo in mano a dei dilettanti allo sbaraglio che ci hanno dimostrato tutto il proprio menefreghismo e tutta la propria incapacità di prendere decisioni.
Il nostro Territorio deve mettersi in gioco ed elaborare delle proposte e dei progetti che consentano vita nuova alle nostre Terme: un investimento finalmente specifico, che permetta di attirare denaro e idee da parte di privati.
Acqui non può più rimanere nel limbo ad aspettare il buzzo dei Torinesi. A nessuno importa dei 42 lavoratori e del recupero del settore turistico e termale. Viene tenuto in considerazione solo il solito discorso: “non disturbate i manovratori”.