Elezioni Provincia: vince il centrodestra ma il centrosinistra rimpiange i voti mancanti. Ora il riconteggio
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Non sono mancati i colpi di scena lunedì nella sala consiliare di Palazzo Ghilini, durante lo spoglio per l’elezione del presidente della Provincia. Sempre in vantaggio fin dal primo scrutinio dei piccoli Comuni capaci di premiarlo con circa il doppio dei voti rispetto al suo avversario, Luigi Benzi ha assistito al tentativo di rimonta del candidato di centrosinistra, Domenico Miloscio, sfumato però all’ultima curva.
374 voti ponderati di differenza corrispondono a una percentuale inferiore all’1%. Un margine che il centrosinistra avrebbe potuto colmare con un solo voto in più tra gli amministratori di Alessandria e Casale. Due, se non tre, le preferenze per Domenico Miloscio che il centrosinistra contava di poter incassare in più nelle due città più popolose del territorio e che, invece, non sono arrivate.
“Nelle elezioni di secondo livello nulla è scontato” ha masticato amaro Miloscio “purtroppo questi sistemi comportano anche meccanismi del genere. Il mio auspicio, e lo dicevo anche prima delle elezioni, è che si torni al suffragio universale anche per la elezione del presidente della Provincia: i cittadini sono più razionali nel votare”.
C’è, quindi, un dato politico evidente: il campo largo del centrosinistra, già sperimentato ad Alessandria e tentato anche a livello provinciale, non si è dimostrato compatto alla prova dei fatti. Il candidato Domenico Miloscio ha comunque chiesto il riconteggio dei voti.
Anche nel centrodestra, però, non mancheranno le discussioni interne. Secondo lo stesso Benzi, infatti, ci sarà “da analizzare il voto nelle fasce rossa e verde”. Se infatti l’Acquese già appariva in bilico prima del voto, l’ampio scarto a favore del centrosinistra negli centri zona del territorio (esclusi Alessandria e Casale) ha evidenziato che non tutto è andato come previsto.