3 Febbraio 2016
23:00
Il vento aiuta ad abbassare i livelli di Pm10. In Piemonte, intanto, arriva “il semaforo anti-smog”
PROVINCIA – Stanno progressivamente calando i livelli di Pm10 nell’aria. Il miglioramento, ha spiegato il Direttore di Arpa Alessandria, Alberto Maffiotti, dovrebbe registrarsi anche oggi e nei prossimi giorni grazie al Foehn, il vento caldo e secco che soffierà sulla parte occidentale della regione e che contribuirà a spazzare via buona parte delle polveri anche nell’alessandrino e sull’astigiano. Le condizioni meteorologiche, e quindi il vento e la pioggia, si confermano i migliori alleati per liberare l’aria dagli inquinanti perché, ha aggiunto il Direttore di Arpa “poco si sta facendo” per incidere sulle varie sorgenti di polveri sottili. Alessandria e Tortona domenica scorsa hanno provato a contenere i livelli di Pm10 con un’ulteriore giornata di blocco del traffico. Anche se la riduzione per Maffiotti “non è completamente attribuibile al blocco ma a un insieme di fattori” aver limitato la circolazione delle vetture ha comunque aiutato ad abbassare il valore medio di Pm10. “Le centraline di Tortona e Alessandria hanno mostrato un calo più marcato rispetto, ad esempio, a Casale o Asti dove le condizioni sono rimaste inalterate o con piccole variazioni”.
Confidando nel vento, mercoledì a Torino si è intanto fatto il punto sull’emergenza smog in un tavolo tecnico tra Regione, Comuni capoluogo, Città metropolitana, Province e Arpa. In particolare si è stabilito una sorta di “canovaccio” di interventi da fare scattare a seconda del livello di inquinanti. Le concentrazioni di polveri sottili verranno contrassegnate con una scala di quattro colori dal giallo al rosso vivo, nel caso in cui la concentrazione di Pm10 nell’aria raggiunga i 180mcg/mc per tre giorni consecutivi. A ogni colore di allerta verranno quindi abbinati dei provvedimenti che i Comuni potranno decidere di adottare: dalla riduzione del riscaldamento al blocco della circolazione di alcune categorie di auto, la riduzione dei limiti di velocità o ancora i bus gratuiti nelle giornate più critiche. Le varie azioni non saranno comunque “un obbligo” ma più che altro un invito o quanto meno uno spassionato consiglio che i vari Enti, in autonomia, potranno decidere di accogliere o meno. “La Regione, ha sottolineato l’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia “non può operare di imperio nei confronti dei Comuni” ma il confronto di mercoledì, secondo l’assessore regionale ha avuto“ il merito di aver richiamato gli Enti locali a un impegno condiviso sulle misure da adottare in situazioni straordinarie di inquinamento atmosferico”. Questo “canovaccio di provvedimenti” verrà ora definito nel dettaglio in nuovi tavoli, il primo in programma già questo giovedì con Arpa a Torino ma l’idea del “semaforo dello smog” non ha comunque convinto tutti. Il Gruppo regionale del Movimento 5 Stelle Piemonte ha subito manifestato perplessità sui parametri decisi mercoledì per far scattare i vari colori. Secondo i pentastellati piemontesi, infatti, la nuova scala di allerta smog basata su superamenti per tre giorni consecutivi di valori da 150 o 180 mcg/m3 non permetterà “mai” di adottare “provvedimenti efficaci” perché, anche dopo 3 mesi senza piogge, la media di polveri sottili a Torino ha superato di poco i 100 mcg/m3. Critica sui parametri decisi mercoledì anche Legambiente Piemonte. Le misure proposte ai Comuni sarebbero infatti “insufficienti” a tamponare la situazione nei periodi di emergenza e anche a“gettare le basi” per una vera politica che disincentivi l’uso delle auto private. Il vero “paradosso” secondo Legambiente Piemonte sarebbe poi il tetto deciso per far scattare i vari provvedimenti, valori “fino a più di tre volte superiori ai limiti consentiti dalla legge, in barba a qualsiasi principio di reale tutela della salute pubblica”. Da qui, la richiesta di “riconsiderare” queste misure facendo riferimento alle soglie indicate dall’OMS.
Tatiana Gagliano