Autore Redazione
martedì
16 Febbraio 2016
23:00
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Politica - Alessandria

Lumina sul caos insegne: “il commercio ancora una volta costretto a chinare la testa”

Lumina sul caos insegne: “il commercio ancora una volta costretto a chinare la testa”

ALESSANDRIA – Mentre in questi giorni i commercianti affollano gli uffici di Ica srl per provare a lenire più possibile le imposte comunali sulla pubblicità Simone Lumina torna sull’incontro di lunedì sera a Palazzo Monferrato con l’amministrazione. Una analisi amara la sua che condanna i commercianti a pagare, senza troppe discussioni. “La serata di lunedì ha visto un sindaco che è corso ai ripari, rendendosi conto, forse, dell’errore fatto nell’affidare la riscossione dei tributi a Ica, senza valutare le ripercussioni ai danni dei commercianti”.

Lumina avrebbe gradito “una pacifica sollevazione popolare anziché l’interesse al singolo caso. Alla fine della storia infatti ancora una volta abbiamo chinato la testa. Capisco la paura di andare incontro a sanzioni, ma ogni tanto credo sia nostro dovere ribellarci. La delusione che ha vissuto una parte della platea è stata evidente quando un funzionario ha detto che alcune cose dovevano ancora essere valutate o esaminate. Non è possibile assistere a situazioni di questo tipo.”

Il commerciante alessandrino ha definito la sua categoria “una categoria di brontoloni, ma di pagatori di tasse esemplari. Io comprendo l’atteggiamento di molti colleghi, ma bisogna anche alzare la testa. Il messaggio errato che è passato è che noi non avessimo mai pagato questo tipo di tributo. Non è vero. Se si va a vedere il bilancio Aspal si scopre che nel 2012-2013 si scopre che l’aggio è stato di 350 mila euro. Quindi cifre importanti, ma con criterio. Stare a discutere se la scritta ‘scarpe’ sia tassabile o meno mi sembra una cosa da Monty Python. Va bene rispettare la legge ma ce ne sono tantissime ignorate e questa invece viene fatta rispettare alla lettera in tutte le sue pieghe“.

Secondo Lumina questa vicenda “darà un colpo ulteriore alla città dal punto di vista dell’immagine perché le scritte raschiate dalle vetrine dei negozi non torneranno più. Ci sarà un danno economico perché certe insegne verranno tolte. Indubbiamente chi dovrà pagare grossi importi sarà un ulteriore aumento della pressione fiscale. C’è stata grandissima attenzione nell’applicare questa norma e nessuna in altri casi.” 

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