23 Febbraio 2016
16:50
Il comitato in difesa della clinica Sant’Anna preoccupato dalle lunghe lista d’attesa
CASALE MONFERRATO – Il comitato per la difesa della salute dei cittadini monferrini lunedì scorso ha incontrato la proprietà della clinica Sant’Anna per segnalare la forte preoccupazione per l’allungamento delle lista di attesa per gli interventi chirurgici. Il comitato si è fatto portavoce del disagio dei cittadini monferrini che si erano mobilitati in difesa della clinica e che ora attendono “risposte dignitose” , stigmatizzando al contempo il comportamento della Regione che avrebbe “ridotto il budget e quindi l’operatività della clinica, senza peraltro incrementare l’attività dell’Ospedale di Casale”. “La risposta che ci è stata data – ha spiegato Giorgio Demezzi a nome del comitato – soddisfa parzialmente e soprattutto va verificata nel tempo, infatti la proprietà si è impegnata a programmare le sedute operatorie in modo da sfoltire le lunghe liste d’attesa”.
“La battaglia per la difesa dell’interventistica – ha aggiunto – ha certamente contribuito a sventare il pericolo della chiusura della Sant’Anna, con anche la continuazione di una attività diagnostica da sempre apprezzata dai cittadini e per la quale la proprietà della clinica conferma l’impegno, ma gli effetti della riduzione del budget e l’incertezza della conferma dell’interventistica anche dopo giugno, complica la situazione attuale, mentre sul fronte dell’Ospedale non giungono notizie positive e non si ferma il piano di chiusure indicato nella delibera del dicembre 2015 relativa al piano di riduzione delle strutture complesse dell’ASL AL”.
“Rivolgiamo un accorato appello alla Regione – ha concluso Demezzi – affinché ponga rimedio a una situazione così penalizzante per il nostro territorio e chiediamo che le scelte siano fatte a difesa della salute dei cittadini e non solo da calcoli ragionieristici. Contemporaneamente chiediamo alla clinica di continuare con impegno l’attività sul nostro territorio anche in questo periodo difficile.
I cittadini sono pronti a mobilitarsi con altre iniziative a difesa di una sanità, che deve essere rispettosa del bene primario della loro salute”.