23 Febbraio 2016
23:00
Occupazione: ancora “nessun miracolo” e la Cgil cerca la svolta con la Carta dei Diritti del Lavoro
ALESSANDRIA – Anche la Cgil territoriale è impegnata a immaginare un nuovo Statuto dei lavoratori per aggiornare una legge che oggi non riflette più uno scenario economico e occupazionale profondamente mutato rispetto a quello degli anni ’70. Dallo scorso 27 gennaio la Segreteria provinciale ha iniziato a incontrare gli iscritti nei luoghi di lavoro e nelle leghe dello Spi per confrontarsi sulla “Carta dei diritti universali del Lavoro”. Una proposta elaborata dalla Cgil nazionale per definire un sistema uniforme ed equo di norme che valga per tutti i lavoratori, indipendentemente dal tipo di contratto. In 97 articoli la Camera del Lavoro ha infatti ricompreso i lavoratori subordinati, parasubordinati, quelli autonomi o gli stagisti, con il preciso obiettivo di non lasciare “sulla carta” i principi enunciati. La Cgil vuole infatti trasformare il nuovo statuto in una legge di iniziativa popolare sostenuta da “milioni di firme” . L’obiettivo è alto ma contro il Jobs Act e tutti gli altri provvedimenti che secondo il sindacato avrebbero progressivamente smantellato tutele e diritti dei lavoratori serve una proposta“organica e costruttiva”.
“Come Cgil proponiamo all’Italia un ragionamento” ha spiegato il segretario provinciale Tonino Paparatto, affiancato da Franco Armosino, Anna Poggio e Daniela Miliani. Il momento non è dei più semplici con il ruolo dei sindacati messo spesso in discussione, ma per Tonino Paparatto “oggi più di ieri” serve la presenza e l’azione delle parti sociali. Il 2016, infatti, sembra molto “meno roseo” del previsto. Segnali “non confortanti” sono arrivati del resto dai dati sulla cassa integrazione. Nel 2015 le ore autorizzate in provincia di Alessandria si sono ridotte del 15% rispetto all’anno precedente ma il valore assoluto è rimasto comunque “molto alto” (7.538.587 ore contro gli 8.874.023 del 2014). Il calo percentuale è inoltre inferiore rispetto alla media regionale (-32%) e l’alessandrino è la seconda provincia, dopo Torino, ad aver chiesto il maggior numero di ore di ammortizzatori sociali. Le flessioni più rilevanti, ha aggiunto la Cgil, riguardano poi la cassa integrazione ordinaria (-40% rispetto al 2014) che è legata a crisi aziendali “temporanee” e quella in deroga (-41%). Un calo, quest’ultimo, che secondo l’analisi della Camera del Lavoro dipende soprattutto dai criteri restrittivi recentemente introdotti che avrebbero limitato la platea di possibili beneficiari. Guardando alla cassa integrazione straordinaria, ammortizzatore chiesto in caso di cessazioni di attività, procedure concorsuali o riorganizzazioni, il dato è in controtendenza. La Cgil ha infatti registrato un aumento del 14% con un totale di 579.000 ore in più rispetto al 2014. Insomma, la crisi non ha allentato la sua morsa, stringendo in particolare sul settore metallurgico che lo scorso anno ha chiesto il 25% del monte ore complessivo della provincia di Alessandria, chiudendo il 2015 con un incremento dell’85% di ore, pari a +877.528).
Poco respiro sembrano aver dato le assunzioni sbloccate dal Jobs Act. In base ai dati messi a disposizione della Regione, “zoppi perché andrebbero epurati dalle cessazioni” ha precisato Daniela Miliani, le assunzioni nel 2015 sono state 5507 in più rispetto all’anno precedente. Il peso maggiore su questo segno positivo è dato dalle 4.777 assunzioni a tempo indeterminato perché “sostenute dall’esonero contributivo” ma dai dati della Regione, secondo la Segreteria provinciale della Camera del lavoro, emergerebbe anche “una crescita in valore assoluto delle tipologie contrattuali a termine” che nel 2015 hanno rappresentato circa il 71% del totale. Un altro dato meritevole di “attenzione” per la Segreteria provinciale della Camera del Lavoro è poi quello sul ricorso al lavoro accessorio. I dati, in questo caso, sono riferiti all’intera Regione Piemonte e parlano di 9.440.385 voucher venduti nel 2015 con una crescita del 61,2% rispetto al 2015 e con un’incidenza del dato piemontese dell’8,2% rispetto a quello nazionale.
“Per un’analisi più puntuale bisognerà attendere i dati Istat disaggregati a livello delle singole province” ha spiegato la Cgil di Alessandria. Per ora, però, il dato nazionale dei 109.000 occupati in più rispetto al 2014 per il sindacatonon fa per nulla gridare “al miracolo” perché il numero è lo stesso dell’anno precedente “quando non c’erano esoneri contributi o tutele crescenti”. In base all’analisi della Segreteria Provinciale la crescita dei contratti a tempo indeterminato sarebbe quindi prevalentemente frutto di trasformazioni di contratti subordinati a termine o di contratti di tipo autonomo “piuttosto che di una significativa crescita dell’occupazione nel suo complesso”.
Tatiana Gagliano